Lo Sportello Unico Doganale e i vantaggi logistici per le imprese

Importanti e sostanziali novità per la logistica italiana e l’utilizzo dei fondi del PNRR per lo sportello unico doganale. Il regolamento per lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli (Sudoco), lo strumento previsto nel PNRR per le riforme legate alla competitività della rete logistica, che ha l’obiettivo di semplificare, velocizzare e rendere trasparenti le procedure per i controlli delle merci in entrata e in uscita dall’Italia, diventerà operativo.

Le disposizioni contenute nel regolamento estendono la competenza dello Sportello Unico Dogale a tutti i controlli connessi all’entrata e all’uscita delle merci, favorendo in questo modo l’adeguamento del sistema nazionale alle raccomandazioni emanate a livello internazionale che prevedono la trasmissione delle informazioni da parte degli operatori una sola volta attraverso un’interfaccia unica e la necessità di eseguire i controlli nel momento stesso delle operazioni e nello stesso luogo. Importanti servizi per le imprese che in tale modo riescono ad ottimizzare risorse e tempi ottenendo un’interfaccia unica per l’attivazione dei procedimenti e dei controlli necessari all’entrata e all’uscita delle merci nel e dal territorio nazionale, la tracciabilità dello stato di avanzamento dei controlli e la verifica dell’avvenuta conclusione dei procedimenti.

Tali novità aiutano a comprendere l’importanza di un’efficace consulenza che consente alle imprese, attraverso una certosina compilazione dei dati richiesti dal portale, una visione completa delle inadempienze doganali, il rilascio di certificazioni, autorizzazioni e licenze. Gli operatori possono consultare in tempo reale sul portale lo stato di avanzamento delle procedure fino alla loro conclusione e non dovranno presentare alcuna documentazione all’Ufficio doganale, mentre i controlli verranno espletati contestualmente alla presentazione della merce e nello stesso luogo.  “Lo Sportello Unico Doganale e dei Controlli favorirà l’intera filiera del trasporto delle merci, dai produttori agli autotrasportatori, assicurando il dialogo telematico e il coordinamento tra le amministrazioni e gli organi dello Stato e gli operatori economici interessati“, ha spiegato il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini. Concrete misure per la crescita delle relazioni commerciali attraverso una sana gestione e diffusione della digitalizzazione delle pratiche commerciali.

Credito d’imposta per le imprese che acquistano prodotti riciclati o da riuso

Il decreto del Ministero della Transizione ecologica detta le nuove disposizioni attuative del credito di imposta sui prodotti da riciclo e riuso. L’obiettivo istituzionale è quello di incentivare l’economia circolare, uno dei settori che, nonostante le problematiche determinate dalla pandemia, continua a rappresentare un’eccellenza italiana in Europa. Il tax credit riguarda l’acquisto di prodotti da riciclo o riuso e copre il 25% del loro costo entro un massimo di 10mila euro. Un’importante agevolazione per le imprese interessate all’economia circolare e al riuso dei materiale. Che si tratti di riciclo o di riutilizzo, il fine è sempre lo stesso ed è egualmente importante: dare una seconda vita a tutto quel che passa dalle nelle catene di utilizzo delle imprese e agli oggetti che utilizziamo nel quotidiano. E per capire quanto fondamentale possa essere questo approccio culturale per la salvaguardia delle risorse del Pianeta basta misurarsi con le cifre dei nostri sprechi.

Alle imprese e ai soggetti titolari di reddito di lavoro autonomo che impiegano beni da riciclo o riuso nell’esercizio dell’attività economica o professionale spetta un credito d’imposta pari al 25% del costo di acquisto e fino ad un importo massimo di 10.000 euro per ciascun beneficiario.

Le imprese e i professionisti interessati al tax credit possono presentare un’apposita richiesta attraverso la piattaforma informatica Invitalia PA Digitale a partire dalle ore 12 del 22 dicembre 2021 fino alle ore 12 del 21 febbraio 2022. Per la presentazione delle istanze occorre essere in possesso di un’identità SPID. Le imprese interessante possono affidarsi anche ad una consulenza certosina con l’obiettivo di presentare con la dovuta e attenta precisione tutta la documentazione richiesta. Il credito d’imposta è riconosciuto e autorizzato dal Ministero, secondo l’ordine di presentazione delle domande fino ad un importo massimo di euro 10.000 per ciascun soggetto beneficiario e fino all’esaurimento delle risorse nel limite complessivo di 10 milioni.

La sedicesima edizione del Forum sulla Governance di Internet

La sedicesima edizione del Forum sulla Governance di Internet, tenutasi a Katowice, in Polonia, dal 6 al 10 dicembre, ha registrato la partecipazione di oltre 10.000 partecipanti, connessi anche via web, con una nutrita partecipazione di strutture e organizzazioni italiane. Un appuntamento importante, utile a monitorare e a comprendere la varietà di dimensioni, settori e la diversità dei business a livello globale accomunate dallo scopo di sostenere la crescita economica e sociale a livello globale. Un evento che ha rilanciato ed evidenziato il ruolo chiave del settore privato nel colmare il digital divide a livello globale e l’importanza delle partnerships multilaterali. Il Forum ha permesso ai rappresentanti delle imprese di partecipare a sette High-Level Leaders Dialogues e sei principali sessioni tematiche per condividere le prospettive imprenditoriali sulla governance di Internet, fondamentali per la promozione del commercio internazionale, dello sviluppo economico e dell’innovazione.

I lavori del Forum sulla Governance di Internet  sono stati caratterizzati dall’importante workshop “Trustworthy data flows – what’s at stake and what is needed?” ove è stato discusso il valore economico e sociale dei flussi di dati transfrontalieri, invitando i governi, con il sostegno delle organizzazioni internazionali, a favorire il raggiungimento di accordi e l’elaborazione di norme e principi internazionali per facilitare trasferimenti di dati transfrontalieri sicuri e affidabili. Il confronto tra le imprese ha evidenziato che tali principi dovrebbero essere sviluppati in modo informato, prendendo le mosse dall’esperienza imprenditoriale e consultando i portatori di interessi al fine di bilanciare correttamente la necessità di tutelare il valore economico dei trasferimenti dei dati e la tutela dei dati personali degli utenti e consumatori. Obiettivo è quello di aiutare l’intero settore a tracciare e ridurre le emissioni prodotte dal variegato mondo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT). Durante il Forum, l’industria delle ITC è stata invitata a continuare a ridurre le emissioni e a offrire competenze e tecnologie digitali per ridurre le emissioni in altri settori e servizi.

Il lancio di Faros, l’acceleratore per startup della blue economy

La nascita di Faros, l’acceleratore per le startup che operano nell’ambito della Blue Economy, ha innescato  nuovi dinamismi tra le aziende, le società, le startup legate all’innovazione del mare e anche per le società di consulenza, internazionalizzazione e innovazione che intravedono nuove opportunità per ottimizzare i processi economici e relazionali delle PMI italiane.  Faros è un programma triennale, che prevede di accelerare otto startup in fase seed e pre-seed all’anno, permettendo loro l’accesso ad un percorso strutturato di supporto verso la validazione del proprio modello di business.

Il lancio dell’iniziativa rientra nella strategia della Rete Nazionale Acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti, che si sviluppa nei principali distretti tecnologici del territorio nazionale per sostenere la crescita di startup specializzate negli ambiti ad alto potenziale di mercato. Il programma beneficia dell’importante supporto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto, in qualità di partner istituzionale e territoriale orientato alla promozione a livello globale dello scalo ionico, nonché al rilancio del sistema industriale-logistico e turistico tarantino e del Comune di Taranto in qualità di partner istituzionale. Sono inoltre coinvolti in qualità di corporate partners del programma Eni, attraverso la Scuola di Impresa Joule nata con l’obiettivo di supportare l’imprenditoria innovativa sostenibile, JV Tempa RossaBCC San Marzano e Marraffa.

Altri partner dell’ecosistema portuale e logistico tarantino, di livello nazionale e internazionale sono in fase di adesione. 

Le startup interessate al bando Faros hanno la possibilità di candidarsi sul sito farosaccelerator.com fino al 15 febbraio 2022. Quelle selezionate parteciperanno a un percorso di accelerazione e mentoring della durata di circa quattro mesi, durante il quale potranno accedere ad attività di open innovation e allo sviluppo di un progetto pilota con alcuni dei corporate partners coinvolti. Per l’assistenza e una certosina consulenza per la candidatura è possibile rivolgersi a società di consulenza specifiche ed estremamente preparate nell’identificare le opportunità più concrete del settore.  Inoltre, le startup che parteciperanno al programma Faros riceveranno un investimento pre-seed in equity sino a 65 mila euro e saranno supportate in attività trasversali quali networking con stakeholder di rilevanza nazionale e internazionale, e avranno accesso ad eventi ad-hoc nell’ambito della blue economy.

CulturEU: lo sportello unico digitale per le imprese culturali

Un innovativo sportello unico digitale riunisce le molteplici opportunità di sostegno finanziario provenienti da 21 diversi programmi UE come Europa creativa, Horizon Europe, InvestEU e i fondi strutturali.  Si chiama CulturEU, lo strumento interattivo online che offre a qualsiasi organizzazione culturale europea la possibilità di scoprire i regimi di sostegno comunitari disponibili più adatti alle proprie esigenze, aiutando questi soggetti nel percorso verso una ripresa sostenibile attraverso uno sportello unico digitale. La guida nasce con l’obiettivo di aiutare partner di ogni tipo e dimensione attivi nei settori culturali e creativi a orientarsi nel panorama dei fondi UE, capire quali opportunità sono a loro disposizione e accedere più facilmente ai finanziamenti europei. Gli interessati possono filtrare automaticamente i sussidi a seconda delle proprie esigenze, del proprio settore e del tipo di organizzazione che rappresentano, accedendo anche ad esempi stimolanti e best practices.

Avvalendoti della migliore consulenza e assistenza tecnica, CulturEU permetterà di restare aggiornati sulle informazioni più recenti e sulla pubblicazione di nuovi inviti a presentare proposte che sarà disponibile in tutte le lingue dell’UE all’inizio 2022. L’Esecutivo europeo ha adottato numerose misure per mitigare l’impatto della crisi sanitaria sui settori culturali e creativi, tra i più colpiti dalle restrizioni per limitare la diffusione del virus, coadiuvando gli interventi dei 27 Stati membri tramite sostegno finanziario ed investimenti nel rispetto delle competenze nazionali. Per le aziende e le società legate al mondo della cultura e della creatività si registra l’aumento delle risorse dedicate all’ecosistema culturale e creativo per il settennato 2021-2027, con quasi 2.5 miliardi di euro nell’ambito del programma Europa creativa e quasi 2 miliardi a titolo di Horizon Europe. 

Inoltre, particolarmente interessante per i professionisti del settore è l’apertura di Creatives Unite, una piattaforma ad hoc, che conta attualmente più di 43 mila utenti, per mezzo della quale artisti, interpreti o esecutori e altri professionisti dei settori culturali e creativi possono condividere informazioni e iniziative e scambiarsi idee.

Istituito il Fondo da 40 milioni per le PMI culturali e creative

Buone notizie per le PMI culturali e creative. Dal 27 novembre è diventato operativo il Fondo per le piccole e medie imprese creative, che promuove una nuova imprenditorialità e lo sviluppo del settore. Il Fondo, previsto dalla legge di Bilancio 2021 e istituito presso il MISE, può contare su risorse pari a 20 milioni di euro per ciascun anno 2021 e 2022, per un totale di 40 milioni di euro. Dinamiche interessanti che si traducono in contributi a fondo perduto, interventi di sostegno nel capitale sociale e finanziamenti agevolativi da destinare all’acquisto di macchinari innovativi, servizi specialistici, finalizzati anche alla valorizzazione di brevetti delle PMI culturali. Attualmente, il provvedimento, siglato anche dal ministro della Cultura Dario Franceschini, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.

Obiettivo delle nuove proposte lanciate è quello di promuovere una nuova imprenditorialità  per le PMI culturali e lo sviluppo di imprese del settore creativo, attraverso contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati e loro combinazioni, sostenere la crescita delle imprese del settore anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative nei settori individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali, consolidare e favorire lo sviluppo del sistema imprenditoriale del settore creativo attraverso attività di analisi, studio, promozione e valorizzazione, promuovere la collaborazione delle imprese del settore creativo con le imprese di altri settori produttivi, in particolare quelli tradizionali, nonché con le università e gli enti di ricerca, anche attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto in forma di voucher da destinare all’acquisto di servizi prestati da imprese creative ovvero per favorire processi di innovazione.

Potranno accedere alle agevolazioni tutte le attività d’impresa dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative: in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo.

L’importanza del marketing territoriale per la crescita dei territori

Sviluppare nuove visioni e prospettive di marketing territoriale può rappresentare un approccio importante per la crescita territoriale.  Secondo alcuni studi recenti è stato appurato che, da qualche anno a questa parte sempre più regioni, province o comuni utilizzano il marketing territoriale per valorizzare il turismo nel proprio territorio con risultati eccellenti. La crescita dei territori è un processo importante che attraverso il marketing territoriale permette di coinvolgere tutti i protagonisti del comparto turistico, le società di consulenza, le agenzie di comunicazione e promozione del territorio e le infrastrutture ricettive. Questo è un punto piuttosto importante, dal momento che i turisti sono i migliori ambasciatori possibili di una determinata località dopo che la loro esperienza si è conclusa. Recensioni, promozione dei portali digitali e blog sono vettori potentissimi per comunicare una determinata località. Quello del marketing territoriale è in qualche modo un settore della promozione del territorio più generalizzato rispetto ad altri. Infatti promuovere un luogo non è esattamente come promuovere un brand o un prodotto, o creare interesse generico presso un consumatore. Gli strumenti migliori per realizzare ciò sono siti web e canali social. La possibilità di condividere contenuti da e all’interno di questi canali è il modo migliore per diffondere questo tipo di prodotto. Laddove si sia proceduto alla realizzazione di un solido ed affidabile network di servizi di natura sia pubblica che privata, che operino sinergicamente, è strategica la realizzazione di un marchio d’area territoriale o di un simbolo geografico identificativo che consenta di contraddistinguere con precisione l’area di riferimento e di promuoverla efficacemente. Elemento strategico per l’implementazione delle eccellenze territoriali è la creazione di enti, organizzazioni e Think Tank per la promozione e valorizzazione all’estero dell’immagine del territoriale di riferimento, attraverso l’organizzazione un network di contatti, B2B locali ed eventi diplomatici e turistici per lo sviluppo potenziale del business a livello internazionale.

Gli interventi e i finanziamenti del PNRR per le ZES

Ammontano a 630 milioni di euro i fondi del PNRR oggetto del decreto di riparto a doppia firma Giovannini-Carfagna che ha ricevuto l’ok da parte della Conferenza unificata. La Conferenza unificata ripartisce i fondi del PNRR tra le otto Zone economiche speciali incluse nel Piano. Ora tempi serrati per gare e cantieri, da inaugurare entro giugno 2026. L’obiettivo è quello di sostenere gli investimenti nelle ZES al fine di favorire lo sviluppo economico del Sud Italia, costruendo le infrastrutture necessarie nelle aree industriali, creando collegamenti efficienti tra le reti di trasporto ed avviando lavori di urbanizzazione, industrializzazione e recupero ambientale.

Stando a quanto reso noto dal governo, dopo l’entrata in vigore dei decreti ministeriali di approvazione del piano operativo di tutte le ZES entro dicembre 2021, il cronoprogramma prevede l’avvio degli interventi entro dicembre 2023 ed il loro completamento entro giugno 2026. Oltre ai Commissari straordinari di ogni ZES, ad attuare gli interventi saranno anche l’Anas, Rfi e le Autorità di Sistema Portuale, tutti chiamati ad inviare al MIMS l’analisi ambientale delle opere secondo il principio di non arrecare danni significativi all’ambiente e a comunicare le iniziative che intendono adottare per favorire l’inclusione di giovani e donne nella progettazione e nella realizzazione degli interventi. Importante ricordare che vi è la possibilità per l’Agenzia per la Coesione di fornire un supporto ai Commissari, mettendo in campo un numero adeguato di personale tecnico e amministrativo e garantendo il coordinamento della loro azione e la pianificazione nazionale degli interventi nelle ZES.

Inoltre, per quanto riguarda il credito d’imposta per ciascun investimento all’interno delle ZES, la riforma ha previsto un aumento del suo limite massimo che passa da 50 a 100 milioni di euro. A questo si aggiunge poi l’estensione del credito anche all’acquisto di immobili strumentali agli investimenti, anche mediante contratti di locazione finanziaria.

Finanziamenti agevolati per PMI innovative orientate all’export

Nuove opportunità per le imprese interessate alla crescita dell’export e ai processi di internazionalizzazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha messo a disposizione 800 milioni di euro in finanziamenti a tasso agevolato e 400 milioni in contributi a fondo perduto a favore delle PMI italiane orientate ai mercati esteri, alla promozione dell’export e per nuovi processi di vendita attraverso il Fondo 394/81 gestito da SIMEST. Per tutte le misure, le aziende potranno chiedere una quota di finanziamento a fondo perduto fino al 25%. La percentuale sale al 40% se l’impresa ha sede nel Mezzogiorno. Le PMI basate nelle regioni del Sud Italia beneficiano inoltre di una riserva pari al 40% delle risorse totali (Riserva Sud).

Tra le priorità identificate per una innovativa visione dell’export e dei processi aziendali, la transizione digitale ed ecologica delle PMI con vocazione internazionale attraverso un finanziamento agevolato per la realizzazione di investimenti volti a favorire la transizione digitale delle PMI, promuoverne la crescita sostenibile, rafforzarne la competitività sui mercati esteri e la promozione del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri (e-commerce) con un finanziamento agevolato per la creazione di una piattaforma di e-commerce per la commercializzazione in Paesi esteri di beni o servizi prodotti in Italia o con marchio italiano.

Lo strumento è destinato alla realizzazione di un progetto di investimento digitale finalizzato all’export, che può essere la creazione di una nuova piattaforma propria, il miglioramento di una piattaforma già esistente o l’accesso ad uno spazio di terzi come un market place. In una fase critica come quella attuale, il commercio online potrebbe rappresentare una soluzione per alleviare il calo dei consumi e per far ripartire l’economia. Tuttavia, nonostante il valore delle esportazioni digitali sia aumentato (11,8 miliardi per il B2C e 134 per il B2B nel 2019), il loro peso sulle esportazioni totali rimane ancora piuttosto esiguo.