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Il Digital Transition Fund e il finanziamento per le startup innovative

Il Digital Transition Fund sosterrà startup e PMI innovative che operano nelle filiere strategiche per la transizione digitale del paese, tra cui: intelligenza artificiale, cloud, assistenza sanitaria, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain. Le informazioni sulla strategia di investimento, i beneficiari, gli ambiti applicativi, la tipologia di sostegno e gli intermediari finanziari saranno dettagliate nell’accordo finanziario tra il Ministero dello Sviluppo economicoCDP Venture Capital Sgr, cui è affidata la gestione del fondo . La transizione digitale è la protagonista di questo nuovo strumento, che si concentra sulle startup e sulle piccole e medie imprese innovative che operano nelle filiere strategiche per la digital transition, con particolare attenzione all’artificial intelligence, al cloud, all’assistenza sanitaria, all’industria 4.0, alla cybersecurity, al fintech e alla blockchain. Al momento, siamo a conoscenza delle numerose opportunità del Digital Transition Fund che opererà attraverso investimenti diretti o indiretti a favore di startup con elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le PMI delle filiere della transizione digitale e PMI che realizzano importanti progetti innovativi, anche già avviati, non prima del 1° febbraio 2020, ma caratterizzati da significativo grado di scalabilità e favorirà il co-investimento con fondi istituiti e gestiti da CDP Venture Capital Sgr, ma anche con altri fondi di investimento purché gestiti da team indipendenti, con significativa esperienza e positivi risultati in operazioni analoghe e in possesso di un assetto organizzativo in linea con le migliori prassi di mercato.

Inoltre, il Digital Transition Fund dedica particolare attenzione alla tutela dell’ambienta poiché gli investimenti, per essere ammissibili, non devono danneggiare l’ambiente, escludendo dall’accesso ai fondi tutte quelle attività connesse a combustibili fossili, emissioni di gas a effetto serra, discariche di rifiuti e inceneritori. Le risorse a disposizione ammontano a 300 milioni di euro, di cui il 40% destinato al finanziamento di operazioni che prevedono piani di sviluppo da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno.

Aiuti di Stato per alberghi e agenzie di viaggio

Durante i mesi più cupi dell’emergenza sanitaria, la consapevolezza di dover frenare la movimentazione sociale e i viaggi ha arrestato le attività del settore turistico, con immense problematiche per l’intera filiera turistica, dagli alberghi alle agenzie di viaggio. La Commissione europea ha approvato i regimi di sostegno previsti da due bandi PNRR, lanciati nei mesi passati, e da un precedente tax credit. Tale programmazione, in Italia, consente di aver accesso ad oltre un 1 miliardo di euro stanziati per supportare le imprese turistiche danneggiate dalla pandemia. Il primo bando meritevole di attenzione è quello relativo al superbonus alberghi 2022, che presenta un mix di incentivi tra finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto e che si rivolge ad una platea molto più ampia di beneficiari che include gli operatori fieristici, gli stabilimenti balneari e termali, i porti turistici e i parchi a tema. L’altro bando è quello legato al bonus digitalizzazione agenzie di viaggio, la misura da 98 milioni di euro gestita da Invitalia che concede un credito d’imposta per le agenzie di viaggio e i tour operator che decidono di avviare investimenti tecnologici e digitali, promuovendo un turismo 4.0 e altamente innovativo. Sostanzialmente, l’obiettivo della Commissione europea è presentare un pacchetto di aiuti per soddisfare il fabbisogno di liquidità dei beneficiari, aiutandoli a proseguire le attività durante l’attuale fase storica e in quella successiva. Altro aspetto da non sottovalutare per gli operatori della filiera e per le agenzie di viaggio riguarda il precedente credito d’imposta, varato nei primi mesi della pandemia, prima delle messa a punto del pacchetto PNRR. Si tratta della misura prevista dall’articolo 79 del DL 104-2020 (il cosiddetto decreto Agosto) che ha elevato al 65% il credito d’imposta per la riqualificazione e il miglioramento delle strutture turistico ricettive (incluse quelle all’aperto come agriturismi e campeggi) e delle terme. In questo caso i fondi sul piatto ammontano a 380 milioni di euro che, stando a quanto riportato nella decisione, dovrebbero essere andati a beneficio di oltre 2mila imprese. L’approvazione della programmazione economica della Commissione europea è successiva alla verifica da parte delle autorità europea che le misure messe in campo dall’Italia sono “necessarie, adeguate e proporzionate” per porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro che nel settore del turismo concentra una fetta importante della propria attività economica nazionale.

Il commercio mondiale e i segnali di rallentamento

L’emergenza sanitaria e il conflitto nell’Europa Orientale rallentano le prospettive del commercio mondiale, confermando i segnali di rallentamento elaborati ad inizio anno da parte degli esperti economici. Nei primi tre mesi dell’anno, gli scambi mondiali di merci, pur confermando una dinamica tendenziale in crescita nella misura a prezzi costanti, hanno segnato un’ulteriore decelerazione del ritmo di sviluppo, scendendo dal +9.9 per cento tendenziale del 4° trimestre del 2021 al +4.9% tendenziale del trimestre più recente. Particolarmente significativa risulta la decelerazione che ha interessato le industrie di Macchinari e impianti per i processi industriali (con un differenziale negativo di oltre 17 punti percentuali), Prodotti finiti per la persona, che, seppure mostrano nei primi tre mesi del 2022 la performance di crescita più favorevole (+10.7% a prezzi costanti), scontano un differenziale negativo di oltre 16 punti percentuali rispetto alla media 2021, Componenti elettroniche (che perdono 16 punti percentuali nei ritmi di sviluppo più recenti rispetto alla media 2021) e Prodotti finiti per la casa, che – con un differenziale negativo di oltre 15 punti percentuali – perdono posizioni nella graduatoria delle industrie più in crescita.

Non da ultimo, va evidenziato il caso dei Mezzi di trasporto e per l’agricoltura, che – con un andamento tendenziale divenuto leggermente negativo nel primo trimestre dell’anno – scendono all’ultimo posto per performance tendenziale del primo trimestre dell’anno e rallentano di circa 15 punti percentuali rispetto alla media del 2021. Di contro, si segnalano alcune industrie che non ravvisano rallentamenti significativi, ma anzi in alcuni casi accelerano. È il caso, ad esempio, dei Prodotti finiti di largo consumo, che – dopo un 2021 che aveva registrato una debole crescita del commercio mondiale a prezzi costanti – nel primo trimestre dell’anno incrementa di 5 punti il proprio ritmo di crescita (salendo al +6.1% tendenziale a prezzi costanti). Da segnalare, inoltre, il caso dell’industria Alimentari confezionati e bevande, che nel primo trimestre dell’anno (+6.6%) ha sostanzialmente conservato gli stessi ritmi tendenziali del commercio mondiale che avevano caratterizzato il 2021.

Nel corso dei prossimi mesi risulta particolarmente importante osservare l’evoluzione del commercio mondiale per capire come sviluppare le attività commerciali con canale estero e, nonostante gli elementi di incertezza subentrati nel periodo più recente, accelerare in termini di innovazione, digitalizzazione e ricerca con un contributo positivo allo sviluppo delle economie mondiali.

Nel frattempo, per le imprese esportatrici risulterà particolarmente strategico riuscire a misurare gli andamenti dei diversi mercati sui quali operano e a valutare i propri risultati rispetto a quelli dei diversi concorrenti, valorizzando le opportunità del marketing digitale, delle fiere B2B, del network tra professionisti e affidandosi ad una consulenza di qualità e incentrata sulle opportunità provenienti dall’estero. 

Dal PNRR 300 milioni per i dottorati di ricerca

Dal PNRR una rivoluzione per la ricerca, i dottorati di ricerca e la crescita delle dinamiche industriali e innovative. Dall’analisi dei focus progettuali del governo e delle linee progettuali intraprese risultano esservi a disposizione 7.500 borse per dottorati di ricerca innovativi nella pubblica amministrazione e in azienda, che sosteranno l’alta formazione e la specializzazione post-laurea in diversi ambiti, dal patrimonio culturale alla duplice transizione verde e digitale.

Un’occasione importante per rafforzare le capacità innovative di dottorati di ricerca, professionisti e manager, spendendo i soldi della formazione in Italia e nel Meridione italiano e bypassando, almeno per questa volta, strutture ed enti formativi ubicati o aventi indirizzo all’estero.

Vale oltre 11 miliardi di euro la componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” della quarta missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) redatto dal Governo Draghi, che riunisce le misure volte ad incentivare gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione in Italia. Una recente ricerca sui processi di innovazione e digitalizzazione per i liberi professionisti ha misurato la vocazione al digitale di circa 500 studi italiani, in larga maggioranza commercialisti ma anche avvocati e consulenti del lavoro, per il 50% con sede in Lombardia. Nell’ultimo triennio quasi due studi su tre hanno speso in media non più di 5mila euro all’anno in soluzioni e applicativi digitali, ma c’è anche una quota del 9,2% che sta spingendo sull’acceleratore investendo oltre 15mila euro. Diversa la fotografia se si guarda al numero dei dipendenti. Gli studi con oltre 20 dipendenti hanno una media annua di investimenti di 26.650 euro e uno su quattro supera quota 30mila. Gli studi tra i 5 e i 20 dipendenti raggiungono una media di 13600 euro circa ma uno su quattro supera i 15mila. Gli investimenti aumentano all’aumentare della dimensione dello studio ma non in modo proporzionale rispetto alla crescita di fatturato o di dipendenti: la vera leva di sviluppo del digitale è il capitale umano e non il fatturato poiché gli investimenti crescono di più al crescere delle persone che lavorano nello studio rispetto al caso della crescita del volume d’affari.

Il Trentino e la costiera amalfitana per una nuova idea di turismo

Incrociare le migliori idee provenienti dal Trentino Alto Adige sul turismo 4.0 e innovativo e riproporlo nella costiera amalfitana è un programmazione interessante e già riuscita. Gli studenti del Liceo scientifico ‘Francesco Severi’ di Salerno hanno svolto una serie di lezioni all’aperto lungo i sentieri della Costiera Amalfitana nell’ambito di un Pcto (Percorso per le competenze trasversali e l’orientamento) realizzato con la collaborazione di diversi enti ed associazioni, tra cui l’Azienda di soggiorno di Bolzano, Legambiente e la società di consulenza Gruppo Iovine. Gli eventi epocali e il cambiamento climatico degli ultimi anni hanno evidenziato in maniera molto chiara la necessità di rivedere il modo di pensare alla risorsa turismo come qualcosa di stabile e definito nelle sue modalità di proposta e di fruizione. Riuscire ad attivare un percorso di programmazione che veda coinvolte le rappresentanze del mondo imprenditoriale, quelle del lavoro dipendente e le Istituzioni a tutti i livelli di competenza. Elemento di successo di una proposta turistica che vuole cogliere tutte le occasioni della domanda delle nuove platee di fruitori saranno la qualità e la formazione professionale che, unite al valore dell’occupazione ed alla valorizzazione anche delle aree finora meno coinvolte nei processi di sviluppo, costituiscono gli elementi fondativi del modello turistico moderno. Transizione ecologica, mobilità sostenibile, slow tourism sono inevitabilmente le direttrici di sviluppo economico a livello globale, in un contesto in cui l’Italia ha un enorme vantaggio competitivo.

Il Trentino Alto Adige dimostra che il turismo sostenibile non solo è una possibilità ma una realtà concreta che porta notevoli risultati occupazionali e sociali. Il progetto, che ha coinvolto gli alunni del Liceo ‘Severi’ di Salerno dall’anno scorso, ha avuto tra gli obiettivi primari anche la sensibilizzazione degli studenti alla cultura dell’uso sostenibile delle risorse naturali. I giovani vanno infatti preparati a comprendere i benefici della transizione ecologica che si configurano come opportunità di lavoro oltre che di miglioramento della qualità della vita. Il turismo slow è una realtà importante che apre enormi opportunità anche per i giovani che hanno la sensibilità di proporsi come guide o animatori turistici in un Paese come l’Italia che ha veri e propri angoli di paradiso. Riuscire a riproporre nelle zone meridionali il modello di eccellenza turistica del Trentino Alto Adige rappresenta un’occasione di crescita economica e occupazionale per i giovani del Sud che merita ulteriore approfondimento e una opportuna e certosina divulgazione.

InvestEU Blue Economy: per la crescita della blue economy

InvestEU Blue Economy” è un nuovo strumento europeo che mira a mobilitare 500 milioni di euro a supporto degli intermediari finanziari che investono nella blue economy. Le istituzioni europee tornano a puntare l’attenzione sulle opportunità e prospettive della blue economy per la crescita economica ed occupazionale del continente. La misura è una nuova iniziativa azionaria dedicata all’economia blu nell’ambito di InvestEU, che prende le mosse dal progetto pilota del Fondo BlueInvest: uno strumento che negli ultimi tre anni ha raccolto un grande interesse da parte di investitori e imprese. InvestEU Blue Economy è un Fondo azionario che mira a mobilitare altri 500 milioni di euro di fondi dell’UE che riuniranno il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA), il gruppo BEI e il finanziamento di InvestEU. In sostanza, ritroviamo una disponibilità finanziaria di 1,5 miliardi di euro di finanziamenti di rischio che, tramite intermediari finanziari, saranno messi a disposizione delle PMI e delle start-up dell’economia blu.

InvestEU Blue Economy nasce per sostenere le imprese europee nell’economia blu”, destinate a dare “un contributo significativo” alle politiche europee per il clima, “mettendo a disposizione finanziamenti per sostenere le imprese innovative e gli imprenditori ambiziosi che cercano di trovare soluzioni alle sfide dell’economia blu”. Se la Commissione europea ha deciso di lanciare InvestEU Blue Economy, il motivo risiede nel successo raccolto da BlueInvest, la piattaforma e acceleratore nata qualche anno fa per promuovere l’innovazione e gli investimenti in tecnologie sostenibili nell’ambito dell’economia blu.

In questi anni BlueInvest ha conseguito una serie di risultati come quegli oltre 100 milioni di euro di fondi pubblici europei assegnati agli intermediari (Fondi di Venture Capital) per permettere loro di investire fino a 300 milioni di euro nell’innovazione e nella ricerca legate alla blue economy. La piattaforma BlueInvest, il FEI e la BEI forniranno un supporto agli intermediari finanziari e agli investitori che hanno come target gli investimenti nell’economia del mare.

PNRR e Regione Lazio: infrastrutture e turismo da rilanciare

I piani del PNRR consentiranno una rigenerazione urbana con decine di interventi che in questi anni vedranno la luce a Roma e nella Regione Lazio, grazie alle risorse comunitarie e alla sinergia territoriale. Durante la recente tappa romana dell’evento “Italia Domani – Dialoghi sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, che in questi mesi sta girando il Paese per spiegare le ricadute pratiche del PNRR sui diversi territori, sono state illustrate e descritte le opportunità di crescita per la Regione Lazio. La fetta più grande della torta è quella che interessa gli investimenti per la cura del ferro e lo sviluppo dei mezzi pubblici a Roma e nell’intera regione. Degli 8,23 miliardi di euro destinati a Roma e Lazio (di cui 4,63 per la città e i restanti 2,96 per la regione), infatti, oltre 3,6 miliardi vanno al trasporto rapido di massa (TRM), al rinnovo del parco autobus e agli investimenti ferroviari e nell’alta velocità.

Ammontano invece a circa 2 miliardi di euro gli investimenti ferroviari e per l’Alta Velocità che permetteranno di completare ad esempio l’anello ferroviario di Roma con le tratte Vigna Clara-Tor di Quinto e con il Nodo di interscambio del Pigneto. Inoltre, non poteva mancare il pacchetto “turismo” del PNRR. Su questo fronte uno dei progetti più interessanti è “Roma caput Mundi”. Come ha spiegato il ministro Garavaglia, si tratta di “mezzo miliardo di euro di risorse per Roma tra centro e periferie” il cui obiettivo è “quello di gestire meglio i flussi turistici nel tempo e nello spazio”, per evitare la concentrazione del turismo in pochi siti e la carenza di turisti in decine di altri luoghi di grande valore ma fuori dagli itinerari più noti. A questi si aggiungono poi 1 miliardo e 300 milioni di euro proventi da altri risorse nazionali, affidate alla Regione Lazio per la realizzazione di opera in fratturali funzionali al Giubileo 2025, oltre ai 300 milioni di euro per Cinecittà e 6 milioni per i parchi e le ville storiche. Fondi da utilizzare nel migliore dei modi per una rinascita della Regione Lazio.

Grazie alle decisioni assunte dal governo negli ultimi dodici mesi, ci sono 109 miliardi di euro a disposizione per gli investimenti in rigenerazione urbana, trasporto rapido di massa, riqualificazione del parco mezzi e mobilità sostenibile.

Il bando PNRR per partecipare ai progetti Horizon Europe

Con un budget complessivo di 200 milioni di euro estremamente interessante è la misura che intende sostenere la partecipazione di imprese e centri di ricerca ai partenariati pubblico-privati cofinanziati da Horizon Europe. Horizon Europe è il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione. Per il momento le tempistiche sono ancora non certe, ma è sicuro che i decreti direttoriali del MISE sul nuovo regime di aiuto per il finanziamento di progetti di ricerca e sviluppo presentati da imprese e centri di ricerca, con il coinvolgimento di Regioni, Province e altre PA, arriveranno a breve. Horizon Europe è il Programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027.

Finanzia attività di ricerca e innovazione – o attività di sostegno a R&I – e lo fa principalmente attraverso inviti a presentare proposte (call for proposals) aperti e competitivi. Il Programma è attuato direttamente dalla Commissione europea (gestione diretta). Le attività di ricerca e innovazione finanziate da Horizon Europe devono concentrarsi esclusivamente su applicazioni civili.

I singoli Programmi di lavoro 2021-22 sono disponibili nella sezione “Reference documents” del Funding & Tender opportunities Portal. I primi bandi sono stati pubblicati sul portale il 22 giugno scorso. Principali novità del programma: le Missioni, la revisione dei Partenariati europei, il Consiglio Europeo per l’Innovazione (European Innovatio Council – EIC), potenziamento della Cooperazione internazionale, rafforzamento della politica della Open Science.

L’obiettivo generale del programma è generare un impatto scientifico, economico e sociale attraverso gli investimenti dell’Unione Europea nel campo della ricerca e dell’innovazione, al fine di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell’Unione e promuoverne la competitività, anche nel settore industriale, realizzare le priorità strategiche dell’Unione e contribuire ad affrontare le sfide globali, compresi gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU. Le specifiche Aree di intervento e le relative call in risposta alle quali è possibile presentare proposte per progetti di ricerca ed innovazione sono definite dai Work Programmes (WP), ovvero i Piani di Lavoro pluriennale che individuano per ogni call: il budget complessivo; il contributo indicativo medio per proposta; i requisiti per la partecipazione; lo schema di finanziamento; la data di apertura e la deadline; i possibili obiettivi che dovrebbero porsi le proposte presentate, i risultati attesi dai progetti finanziati.

Partnership pubblico-privata per rendere l’industria green e innovativa

Grazie ai fondi europei, il nuovo anno vede l’implementarsi di importanti partnership pubblico-private per rendere l’industria green e innovativa. Nato recentemente, SEE MORE è un importante progetto che vuole diffondere nei processi industriali italiani soluzioni digitali e innovative applicate a produzione e distribuzione dell’energia. L’azienda piemontese Cimberio S.p.A., la start-up incubata al Polihub di Milano Bovisa Enersem e il centro di ricerca RSE, sono al lavoro insieme sul progetto SEE MORE di impresa 4.0, finanziato con oltre 400 mila euro da un bando di tipo B per i progetti di Ricerca di Sistema.

L’idea di rendere l’industria green e innovativa parte dalla premessa di incentivare l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione per promuovere, validare e diffondere soluzioni per il risparmio energetico applicate alla produzione e alla distribuzione di energia nei processi industriali italiani, contribuendo così a decarbonizzare l’economia del nostro Paese.

Conoscenze meccaniche, energetiche e informatiche consentono di aprire una nuova strada per conciliare lo sviluppo economico con l’efficienza energetica e la riduzione dei costi, nell’ottica di uno sviluppo realmente sostenibile. Anche la progettualità europea aiuta a sostenere finanziamenti e contributi per rendere l’industria green e innovativa. Horizon Europe, Digital Europe e il Consiglio europeo dell’Innovazione sono solo alcuni dei programmi europei che finanziano progetti dedicati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale in diversi ambiti, dalla salute all’agricoltura. Occasioni importanti per le imprese che vogliono implementare e sviluppare la gestione energetica del futuro, oltre l’ambito della climatizzazione.

Il 2021 è stato l’anno degli investimenti innovativi

Il 2021 è stato un anno importante per gli investimenti. Nuove opportunità che aiutano a capire le potenzialità del nuovo anno e la fiducia che le imprese possono sviluppare nei confronti di un sistema commerciale complesso ma dinamico, globale ma meritocratico e che attraverso un buona strategia di investimenti, guidati da una consulenza efficace, può innescare nuove sinergie e crescita economica.  Nel 2021 il contratto di sviluppo ha permesso di mobilitare un totale di 1,14 miliardi di euro da Nord a Sud per investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, spesso in ottica 4.0, e per l’ampliamento delle attività produttive. I finanziamenti concessi da Invitalia nell’ultimo anno, invece, hanno raggiunto quota 316 milioni di euro.

Dedicato agli investimenti di grandi dimensioni, il contratto di sviluppo finanzia progetti nel settore industriale, nel turismo, di tutela ambientale o relativi alla trasformazione di prodotti agricoli. Ciascun piano può prevedere anche più progetti di investimento, inclusi eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, a condizione che siano connessi e funzionali tra loro, e comprendere la realizzazione di infrastrutture di interesse pubblico.

Per accedere al regime di aiuto è richiesto un investimento minimo di 20 milioni di euro, soglia ridotta a 7,5 milioni di euro per le attività di prima trasformazione di prodotti agricoli, per i progetti localizzati nelle aree interne del Paese oppure che prevedano il recupero di strutture dismesse. Le agevolazioni sono concesse in forma di contributo a fondo perduto in conto impianti, contributo a fondo perduto alla spesa, finanziamento agevolato e contributo in conto interessi, e variano in base alla tipologia di progetto, alla sua localizzazione e alla dimensione dell’impresa proponente. Le domande  devono essere presentate dalle imprese, anche aggregate in reti d’impresa, ad Invitalia, che è responsabile della valutazione dei progetti e dell’erogazione dei finanziamenti. Un nuovo anno che può generare fiducia nelle opportunità commerciali e negli investimenti innovativi per le imprese italiane e per il tessuto commerciale del nostro Paese.