Articoli

Il tax credit per le Zone Economiche Speciali

Anche per il tax credit ZES, l’Agenzia delle Entrate pubblica periodicamente dei chiarimenti, in risposta ai quesiti presentati dai contribuenti. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono quelli contenuti nella risposta n. 332 del 21 giugno 2022 che chiarisce ben tre aspetti dell’agevolazione. Nate nel 2017 con il decreto Mezzogiorno e modificate più volte nel corso degli anni successivi, le Zone economiche speciali sono state varate con l’obiettivo di farsi volano di sviluppo e crescita sostenibile per il Sud d’Italia. Attraverso la messa in campo di agevolazioni economiche, sburocratizzazione, rete logistica smart e semplificazioni a favore degli investimenti infrastrutturali, le ZES sostengono le imprese che decidono di andare ad operare in quelle aree.  Lo strumento principale per far ciò è rappresentato dal credito d’imposta sugli investimenti realizzati dalle imprese localizzate nelle ZES.

Le Zone Economiche Speciali si trovano solo nelle otto regioni del Sud: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In tutti i casi si tratta di aree geograficamente delimitate che comprendono almeno un’area portuale, ma che possono essere costituite anche da territori non adiacenti. 

Il Fisco ha confermato l’assoluta applicabilità del credito d’imposta per i soli investimenti in beni strumentali laddove effettuati entro il 30 aprile, mentre il tax credit si applica sia all’acquisto di terreni che all’acquisizione, realizzazione e ampliamento di immobili strumentali in caso di investimenti effettuati a partire dal 1° maggio 2022.

Nel secondo punto, il Fisco ha chiarito che la tassazione agevolata è “preclusa nel caso in cui l’immobile sia acquistato da una società appartenente allo stesso gruppo”.

Il terzo punto analizza la cumulabilità del tax credit Zone Economiche Speciali con il bonus Mezzogiorno per l’acquisto di beni strumentali e, nel caso specifico, di celle frigorifere. Su questo fronte, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che i due bonus (Zone Economiche Speciali e Sud) possono essere riconosciuti entrambi sullo stesso investimento, “a patto che il cumulo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento”.

Il bando per acquistare immobili turistici e valorizzarli

Vale 150 milioni di euro la nuova operazione del PNRR per lo sviluppo del settore turistico, che questa volta passa per l’intervento di Cassa depositi e prestiti (CDP). Grazie ad un Fondo immobiliare, si potranno acquistare immobili turistici e valorizzarli. Cassa Depositi e Prestiti ha recentemente informato, tramite il proprio portale digitale, che ha dato lancio all’importante Bando per la valorizzazione del Patrimonio turistico ricettivo italiano finalizzato alla selezione di almeno 12 immobili da acquistare e ristrutturare entro il 2025, con focus su sostenibilità e digitalizzazione. L’operazione avverrà tramite un “Fondo” immobiliare gestito da CDP Immobiliare Sgr e sottoscritto dal Ministero del Turismo mediante risorse del “Pnrr”. L’obiettivo è quello di avviare un Processo di valorizzazione e riqualificazione di immobili turistico-ricettivi per rendere più competitivo il Settore, particolarmente colpito dalla crisi pandemica degli ultimi anni.

L’Amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco, ha dichiarato: “il Turismo rappresenta un Settore trainante per il nostro Paese, particolarmente colpito dalla pandemia e dal complesso scenario internazionale. CDP, in linea con il ‘Piano Strategico 2022-2024’, intende fornire il proprio contributo indirizzando al meglio gli Investimenti pubblici e privati a sostegno della competitività delle Imprese ricettive italiane. Grazie alle risorse del ‘Pnrr’ e alla collaborazione con il Ministero del Turismo con questa iniziativa inizia un percorso di rilancio che avrà un impatto positivo sull’Economia e sull’Occupazione, soprattutto giovanile”. Il Bando è rivolto a soggetti pubblici e privati proprietari di immobili con la categoria turistico-ricettiva o assimilabile che dovranno essere in possesso dei requisiti di idoneità e di tutta la documentazione richiesta dalla procedura di selezione. La presentazione delle domande può avvenire esclusivamente attraverso la Piattaforma dedicata entro le ore 12.00 del 31 agosto 2022. Con questa misura il Governo vuole essere vicino agli operatori così da favorire il rilancio del Settore ed agevolare la ripresa del Turismo. Ripresa certificata anche dal recente Rapporto del World Economic Forum che fa salire di 2 punti l’Indice relativo all’offerta turistica dell’Italia, grazie anche alla capacità degli imprenditori del settore di saper adeguare i servizi ad una domanda in continua evoluzione

Il Digital Transition Fund e il finanziamento per le startup innovative

Il Digital Transition Fund sosterrà startup e PMI innovative che operano nelle filiere strategiche per la transizione digitale del paese, tra cui: intelligenza artificiale, cloud, assistenza sanitaria, industria 4.0, cybersicurezza, fintech e blockchain. Le informazioni sulla strategia di investimento, i beneficiari, gli ambiti applicativi, la tipologia di sostegno e gli intermediari finanziari saranno dettagliate nell’accordo finanziario tra il Ministero dello Sviluppo economicoCDP Venture Capital Sgr, cui è affidata la gestione del fondo . La transizione digitale è la protagonista di questo nuovo strumento, che si concentra sulle startup e sulle piccole e medie imprese innovative che operano nelle filiere strategiche per la digital transition, con particolare attenzione all’artificial intelligence, al cloud, all’assistenza sanitaria, all’industria 4.0, alla cybersecurity, al fintech e alla blockchain. Al momento, siamo a conoscenza delle numerose opportunità del Digital Transition Fund che opererà attraverso investimenti diretti o indiretti a favore di startup con elevato potenziale di sviluppo, con particolare riguardo verso le PMI delle filiere della transizione digitale e PMI che realizzano importanti progetti innovativi, anche già avviati, non prima del 1° febbraio 2020, ma caratterizzati da significativo grado di scalabilità e favorirà il co-investimento con fondi istituiti e gestiti da CDP Venture Capital Sgr, ma anche con altri fondi di investimento purché gestiti da team indipendenti, con significativa esperienza e positivi risultati in operazioni analoghe e in possesso di un assetto organizzativo in linea con le migliori prassi di mercato.

Inoltre, il Digital Transition Fund dedica particolare attenzione alla tutela dell’ambienta poiché gli investimenti, per essere ammissibili, non devono danneggiare l’ambiente, escludendo dall’accesso ai fondi tutte quelle attività connesse a combustibili fossili, emissioni di gas a effetto serra, discariche di rifiuti e inceneritori. Le risorse a disposizione ammontano a 300 milioni di euro, di cui il 40% destinato al finanziamento di operazioni che prevedono piani di sviluppo da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno.

La blue economy e la cooperazione tra Italia e Portogallo

La cooperazione tra Italia e Portogallo vive una nuova fase di rafforzamento grazie alle infinite opportunità provenienti dall’economia del mare e dalla blue economy. Alla luce del ruolo strategico svolto dall’Economia Blu per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, l’Ambasciata d’Italia a Lisbona presenta un importante webinar gratuito, intitolato “Blue Economy: un mare di opportunità per le relazioni Italia-Portogallo”, in programma per il giorno mercoledì 8 giugno dalle 11:00 alle 13:30 (orario italiano).

L’evento, organizzato in collaborazione con la Camera di Commercio Italiana per il Portogallo, l‘ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, Nova Ocean e il Knowledge Center dell’Università NOVA di Lisbona che illustrerà le opportunità offerte dal settore per l’economia portoghese e italiana. Il rapporto 2021 dell’Unione Europea sulla blue economy pone l’accento sui settori emergenti, che sono ancora in pieno sviluppo e che hanno un potenziale significativo per il futuro.

La biotecnologia blu e la bioeconomia blu possono svolgere un ruolo cruciale come fornitori di alternative vegetali alla plastica e ad altre applicazioni petrolchimiche. Il settore è ancora agli inizi, il sotto-settore più notevole è la produzione di alghe con un fatturato totale di 10,7 milioni di euro in Francia, Spagna e Portogallo. Nel 2022, la Commissione Europea ha adottato una strategia contro le alghe per favorire lo sviluppo del settore e il Portogallo rappresenta un interessante hub da conoscere anche per le imprese italiane. Inoltre, le attività emergenti di energia rinnovabile marina, tra cui l’energia eolica galleggiante offshore, l’energia delle onde e delle maree e l’energia solare fotovoltaica galleggiante, possono aiutare l’UE a raggiungere il suo obiettivo di neutralità del carbonio entro il 2050. Nel 2020, il 66% della capacità globale di energia del moto ondoso è stata installata nell’UE e il Portogallo vuole spingere su tali opportunità. La digitalizzazione e l’innovazione tecnologica stanno trasformando il settore marittimo in quasi ogni aspetto delle sue operazioni. Dalle apparecchiature subacquee a quelle aeree, compreso un maggiore utilizzo di robot per scopi diversi, come sondaggi, ricerca scientifica, esplorazione di petrolio e gas, sorveglianza delle frontiere, ispezione delle infrastrutture e agricoltura innovativa.

Il commercio mondiale e i segnali di rallentamento

L’emergenza sanitaria e il conflitto nell’Europa Orientale rallentano le prospettive del commercio mondiale, confermando i segnali di rallentamento elaborati ad inizio anno da parte degli esperti economici. Nei primi tre mesi dell’anno, gli scambi mondiali di merci, pur confermando una dinamica tendenziale in crescita nella misura a prezzi costanti, hanno segnato un’ulteriore decelerazione del ritmo di sviluppo, scendendo dal +9.9 per cento tendenziale del 4° trimestre del 2021 al +4.9% tendenziale del trimestre più recente. Particolarmente significativa risulta la decelerazione che ha interessato le industrie di Macchinari e impianti per i processi industriali (con un differenziale negativo di oltre 17 punti percentuali), Prodotti finiti per la persona, che, seppure mostrano nei primi tre mesi del 2022 la performance di crescita più favorevole (+10.7% a prezzi costanti), scontano un differenziale negativo di oltre 16 punti percentuali rispetto alla media 2021, Componenti elettroniche (che perdono 16 punti percentuali nei ritmi di sviluppo più recenti rispetto alla media 2021) e Prodotti finiti per la casa, che – con un differenziale negativo di oltre 15 punti percentuali – perdono posizioni nella graduatoria delle industrie più in crescita.

Non da ultimo, va evidenziato il caso dei Mezzi di trasporto e per l’agricoltura, che – con un andamento tendenziale divenuto leggermente negativo nel primo trimestre dell’anno – scendono all’ultimo posto per performance tendenziale del primo trimestre dell’anno e rallentano di circa 15 punti percentuali rispetto alla media del 2021. Di contro, si segnalano alcune industrie che non ravvisano rallentamenti significativi, ma anzi in alcuni casi accelerano. È il caso, ad esempio, dei Prodotti finiti di largo consumo, che – dopo un 2021 che aveva registrato una debole crescita del commercio mondiale a prezzi costanti – nel primo trimestre dell’anno incrementa di 5 punti il proprio ritmo di crescita (salendo al +6.1% tendenziale a prezzi costanti). Da segnalare, inoltre, il caso dell’industria Alimentari confezionati e bevande, che nel primo trimestre dell’anno (+6.6%) ha sostanzialmente conservato gli stessi ritmi tendenziali del commercio mondiale che avevano caratterizzato il 2021.

Nel corso dei prossimi mesi risulta particolarmente importante osservare l’evoluzione del commercio mondiale per capire come sviluppare le attività commerciali con canale estero e, nonostante gli elementi di incertezza subentrati nel periodo più recente, accelerare in termini di innovazione, digitalizzazione e ricerca con un contributo positivo allo sviluppo delle economie mondiali.

Nel frattempo, per le imprese esportatrici risulterà particolarmente strategico riuscire a misurare gli andamenti dei diversi mercati sui quali operano e a valutare i propri risultati rispetto a quelli dei diversi concorrenti, valorizzando le opportunità del marketing digitale, delle fiere B2B, del network tra professionisti e affidandosi ad una consulenza di qualità e incentrata sulle opportunità provenienti dall’estero. 

Simest e i finanziamenti per la transizione digitale

Grazie alle disponibilità finanziarie di Simest si amplia maggiormente la possibilità per le imprese italiane di rafforzare la propria competitività internazionale attraverso la digitalizzazione e la sostenibilità dei processi produttivi. Aumenta il tetto massimo richiedibile del finanziamento agevolato Simest “Transizione Digitale e Transizione Ecologica”, che la società del Gruppo CDP eroga attraverso il Fondo 394/PNRR gestito in convenzione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI) a valere su risorse europee. L’importante strumento finanziario inizialmente destinato alle sole PMI, è stato esteso anche alle imprese a media capitalizzazione (ossia quelle non qualificabili come PMI e con un numero di dipendenti fino a 1.500 unità). Parallelamente l’ammontare complessivo massimo richiedibile aumenterà da 300 mila a 1 milione di euro: ovviamente, le imprese che abbiano già fatto domanda per importi inferiori potranno integrarla fino alla nuova soglia.

Con le novità Simest risponde alle istanze provenienti dalle stesse imprese che – attraverso le associazioni di categorie – avevano auspicato pubblicamente questo tipo di evoluzione dello strumento. In tal modo si incentiveranno, infatti, i processi di innovazione anche delle aziende mediamente strutturate, che potranno fungere da traino alle filiere costituite da piccole e micro imprese.

Lo scorso anno il PNRR ha assegnato al Fondo 394 di Simest 1,2 miliardi di euro da distribuire attraverso finanziamenti che vengono concessi a condizioni estremamente vantaggiose: tasso agevolato (attualmente lo 0,051%), nessuna garanzia richiesta e quota a fondo perduto fino al 25%. Particolare attenzione è stata dedicata al Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), alle cui PMI è riservato il 40% delle risorse del Fondo – €480mln – con una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 40%. Tre sono le linee di finanziamento che, dal 28 ottobre 2021, sono a disposizione di tutte le PMI italiane che non vogliono perdere questa opportunità: “Transizione digitale ed ecologica”, “E-commerce” e “Fiere e Mostre

L’innovazione tecnologica per controllare le emissioni delle navi

L’innovazione tecnologica può divenire un utile strumento per abbattere e controllare le emissioni delle navi nei porti. Il lancio del software Datach Ship Footprint Evaluator permetterà di calcolare in tempo reale le emissioni inquinanti prodotte dalle navi nei porti della Spezia e di Marina di Carrara. La scelta fatta dalla Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale (AdSPMLO), prosegue il percorso di dotazione di strumenti innovativi tesi alla riduzione degli impatti ambientali delle attività portuali sui territori circostanti, così come delineato nel Piano Operativo Triennale 2022-24.

Il nuovo software lavorerà sulla base dei dati di posizionamento delle navi acquisiti tramite la rete nazionale AlS delle Capitanerie di Porto, ovvero il sistema ufficiale nazionale per la gestione dei dati relativi al posizionamento e alle caratteristiche delle navi, acquisendo i dati aggiornati per ogni nave presente nel porto. L’implementazione di questo sistema rientra tra le premesse fondamentali sulla base delle quali promuovere lo sviluppo di politiche green a diretto beneficio della relazione porto-città. In tal senso, le tecnologie digitali rappresentano per gli operatori marittimi, per le imprese legate al mondo della blue economy e ai servizi ad essi connessi un alleato fondamentale di crescita sostenibile con strumenti efficaci per governare i processi di transizione energetica e sostenibilità delle realtà portuali.

Un approccio alla sostenibilità per migliore l’impatto delle emissioni nei Porti italiani. Il nostro paese, infatti, è quello in cui le emissioni portuali complessive sono più alte, sebbene non sia certo il primo per merci e passeggeri movimentati e annoveri solo un porto nella classifica dei peggiori, Genova, al decimo posto (nonostante nel capoluogo ligure da alcuni anni sia stato introdotto un accordo volontario ribattezzato Genoa Blue Agreement voluto dalla locale Capitaneria di Porto, che impone, alle navi che aderiscono, l’utilizzo di carburante con tenore di zolfo inferiore allo 0,1%  prima del loro ingresso in porto).

Un nuovo pacchetto di misure per le ZES

Un nuovo pacchetto di misure per le ZES, inclusa una nuova linea di finanziamento dei Contratti di sviluppo per le Zone economiche speciali, trova spazio nel decreto PNRR 2 approvato il 13 aprile dal Consiglio dei ministri. Al fine di definire il miglior pacchetto insediativo possibile nelle otto ZES del Sud finanziate dal PNRR, infatti, il ministero per la Coesione ha lavorato ad un intervento legislativo e normativo che amplia il perimetro d’azione del tax credit ZES, in modo da renderlo più calzante con le reali esigenze insediative nelle Zone economiche speciali. Una progettualità nazionale interessante e che non deve cadere nel dimenticatoio delle imprese che devono comprendere e utilizzare le nuove opportunità provenienti dall’Europa e dalle ZES.

Nelle ultime settimane e nel corso del recente webinar sulla ZES Campania, dopo qualche settimana di distanza dall’annuncio della ministra Mara Carfagna del lancio della campagna di promozione delle ZES in Europa e nel mondo, per attrarre investimenti nazionali e internazionali, a partire da un evento a tema svoltosi a marzo a Expo Dubai, risulta essenziale ed interessante rilanciare l’azione divulgativa e formativa sulla tematica, senza dimenticare le importanti opportunità per le imprese e le startup italiane e meridionali.

Un’azione necessaria per usare le ZES come volano di sviluppo dei territori, in linea con quanto previsto dall’accordo firmato a maggio 2021 con la Farnesina e il ministro Luigi Di Maio. Ad attuare gli interventi saranno anche l’Anas, Rfi e le Autorità di Sistema Portuale, tutti chiamati ad inviare al MIMS l’analisi ambientale delle opere secondo il principio di non arrecare danni significativi all’ambiente e a comunicare le iniziative che intendono adottare per favorire l’inclusione di giovani e donne nella progettazione e nella realizzazione degli interventi. Oltre a stanziare i fondi per gli investimenti il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha previsto anche una riforma delle ZES per renderle più attrattive, semplificando il sistema di governance e favorendo la cantierabilità degli interventi in tempi rapidi, nonché l’insediamento di nuove imprese.

La Pollica Digital Week e il ruolo del marketing territoriale per i piccoli borghi

Dal 25 al 31 marzo, il Comune di Pollica ed il Future Food Institute, nell’ambito del progetto “Pollica 2050“, hanno organizzato presso il Castello dei Principi Capano la Pollica Digital Week, manifestazione dedicata all’educazione e all’innovazione digitale al servizio della rigenerazione culturale, sociale ed economica del territorio. Per tutti i cittadini, cinque giorni dedicati alla diffusione di conoscenza e innovazione con dibattiti, seminari, workshop e laboratori. Durante la Pollica Digital Week si sono svolti seminari e tavoli di lavoro in presenza e online dedicati agli amministratori locali, momenti di co-creazione del linguaggio narrativo visivo del territorio dedicato ai giovani e all’intera comunità e diversi workshop mirati allo sviluppo delle competenze digitali per gli operatori di diversi settori. La Pollica Digital Week è stata l’occasione per tornare a riflettere sulle opportunità del marketing territoriale per i piccoli borghi e le aree marginali. Uno dei mezzi fondamentali è lo storytelling, poiché di una città viene raccontata la storia: una storia che non può prescindere dalle peculiarità, dal folclore e dalle attrazioni della zona interessata. Far conoscere i piccoli centri dell’Italia rurale (e non solo) ai viaggiatori di tutto il mondo significa accendere i riflettori su paesaggi, tradizioni e saperi unici, oltre che espandere le economie locali, promuovendo un turismo sostenibile, fuori dalle rotte maggiormente battute.
Tanti sono ormai anche i progetti di marchi di qualità legati all’offerta dello stile di vita di paese come prodotto turistico; basti pensare all’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia, a quella dei Borghi Ospitali, per non parlare del Touring Club con le sue Bandiere arancioni. Iniziative encomiabili che fanno leva soprattutto sul definire la qualità del prodotto di ospitalità per poi promuoverlo attraverso i rispettivi canali. La Pollica Digital Week è stata l’occasione per tornare a riflettere su tutte le opportunità che la digitalizzazione e il marketing territoriale possono innescare le i piccoli borghi e le comunità marginali della nostra Penisola.

InvestEU Blue Economy: per la crescita della blue economy

InvestEU Blue Economy” è un nuovo strumento europeo che mira a mobilitare 500 milioni di euro a supporto degli intermediari finanziari che investono nella blue economy. Le istituzioni europee tornano a puntare l’attenzione sulle opportunità e prospettive della blue economy per la crescita economica ed occupazionale del continente. La misura è una nuova iniziativa azionaria dedicata all’economia blu nell’ambito di InvestEU, che prende le mosse dal progetto pilota del Fondo BlueInvest: uno strumento che negli ultimi tre anni ha raccolto un grande interesse da parte di investitori e imprese. InvestEU Blue Economy è un Fondo azionario che mira a mobilitare altri 500 milioni di euro di fondi dell’UE che riuniranno il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA), il gruppo BEI e il finanziamento di InvestEU. In sostanza, ritroviamo una disponibilità finanziaria di 1,5 miliardi di euro di finanziamenti di rischio che, tramite intermediari finanziari, saranno messi a disposizione delle PMI e delle start-up dell’economia blu.

InvestEU Blue Economy nasce per sostenere le imprese europee nell’economia blu”, destinate a dare “un contributo significativo” alle politiche europee per il clima, “mettendo a disposizione finanziamenti per sostenere le imprese innovative e gli imprenditori ambiziosi che cercano di trovare soluzioni alle sfide dell’economia blu”. Se la Commissione europea ha deciso di lanciare InvestEU Blue Economy, il motivo risiede nel successo raccolto da BlueInvest, la piattaforma e acceleratore nata qualche anno fa per promuovere l’innovazione e gli investimenti in tecnologie sostenibili nell’ambito dell’economia blu.

In questi anni BlueInvest ha conseguito una serie di risultati come quegli oltre 100 milioni di euro di fondi pubblici europei assegnati agli intermediari (Fondi di Venture Capital) per permettere loro di investire fino a 300 milioni di euro nell’innovazione e nella ricerca legate alla blue economy. La piattaforma BlueInvest, il FEI e la BEI forniranno un supporto agli intermediari finanziari e agli investitori che hanno come target gli investimenti nell’economia del mare.