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Il nuovo bando per l’export digitale e l’internazionalizzazione

Nuovo e interessante bando 2022 per la promozione dell’export digitale e l’internazionalizzazione. Con l’inizio del nuovo anno è possibile richiedere un nuovo voucher per l’export digitale, con le nuove linee di intervento del Fondo 394/81 e il ritorno del voucher Digital Temporary Export Manager. Oltre alla molte di risorse messe sul tavolo, il dato più significativo per l’internazionalizzazione previsto dalla Manovra 2022 è, infatti, proprio la stabilizzazione nel tempo di uno strumento come il Fondo 394-81, divenuto ormai fondamentale per la proiezione delle imprese italiane sui mercati esteri. A ciò si affianca una sistematizzazione delle modalità di programmazione dell’attività promozionale dell’ICE, da leggersi sempre nell’ottica di una programmazione di medio-lungo periodo degli strumenti pubblici a sostegno delle imprese italiane che competono all’estero.

Tra i macro obiettivi istituzionali ritroviamo anche quello di rivedere e implementare le modalità di programmazione dell’attività promozionale dell’ICE-Agenzia, prevedendo che la programmazione dello stanziamento promozionale dell’ICE sia effettuata su base triennale mediante un decreto del Ministro degli affari esteri, d’intesa con i Ministri dello sviluppo economico e dell’agricoltura. Infine, il testo prevede che il Fondo per la promozione degli scambi e l’internazionalizzazione sia incrementato di 1 milione di euro per l’anno 2024, 63,72 milioni per l’anno 2025, 69,33 milioni per l’anno 2026, 73,72 milioni euro per l’anno 2027, 76,32 milioni di euro per l’anno 2028 e infine 81,32 milioni a decorrere dall’anno 2029. Sul fronte internazionalizzazione, la legge di conversione approvata in via definitiva dal Parlamento, gioca di sponda con il PNRR, assicurando importanti e sostanziali risorse per i prossimi anni per quelle realtà societarie interessate all’internazionalizzazione, alla promozione dell’export digitale e all’apertura verso i mercati esteri. D’altronde, in rapporto alla promozione dei nuovi processi di internazionalizzazione e di export digitale, le aziende italiane, soprattutto le PMI, spesso non riescono a gestire autonomamente tutte le attività e le complessità che circondano un serio utilizzo dell’e-commerce e del digitale, sia a livello nazionale che internazionale e diventa dunque fondamentale la collaborazione con operatori esperti del mercato di destinazione e delle strategie di export.

Oltre al giusto partner, a un’azienda realmente interessata a entrare sui mercati digitali internazionali non possono assolutamente mancare voglia di impegnarsi e di dedicare le giuste risorse al progetto. Parliamo sia di risorse umane, ossia avere un team dedicato che segua le attività online su ciascun mercato estero presidiato, che di risorse finanziare.

La digitalizzazione nei cantieri navali

Un importante evento digitale si è svolto il giorno 4 Febbraio 2022, dalle ore 09.30 alle 12.30, organizzato dal Cluster Tecnologico Nazionale BIG, nell’ambito del tavolo sulla Cantieristica e la Robotica marina, sulla digitalizzazione nei cantieri navali. Il workshop è stato l’occasione sia per fare il punto sugli attuali gap tecnologici assieme ai maggiori stakeholder nazionali, che per fornire elementi utili all’aggiornamento del Piano d’Azione del Cluster, documento programmatico delle attività di “Crescita Blu”. L’evento ha visto l’autorevole partecipazione dei membri del CTS del Tavolo di Cantieristica e Robotica marina (UNIGE e CETENA) e ha aperto un dibattito su tematiche quali Digital Twin, Materiali, Nuove tecnologie (design&construction), Circular Economy, Additive Manufacturing, Certificazione e Safety nel settore della cantieristica navale e nautica.

Le navi autonome nei prossimi anni diventeranno realtà, mentre i temi di Industry 4.0 e della digitalizzazione nei cantieri navali, denominati “Maritime 4.0”, hanno acquisito un’importanza sempre maggiore. La digitalizzazione dei cantieri navali e delle navi in tutte le varie fasi richiede nuove tecnologie e soluzioni che soddisfino i requisiti del futuro, per gestire le navi in modo più efficiente e digitale. Anche il potenziamento e la digitalizzazione delle navi esistenti svolgono un ruolo essenziale. Nel settore della cantieristica navale, i cantieri e i fornitori richiederanno in futuro una progettazione più flessibile e più intelligente.

Gli utenti della catena di fornitura della cantieristica navale approfitteranno di enormi vantaggi in termini di velocità nella progettazione e nel miglioramento della qualità dell’integrazione dei sottosistemi, sviluppando ulteriormente il settore e aumentando le opportunità di occupazione nel mondo della “blue economy“. A breve termine, saranno resi più efficienti i sistemi di propulsione a combustibile tradizionale, a medio termine quest’ultimo sarà sostituito da carburante fossile più leggero, come il metano liquido e nella prossima decade, invece, troveranno applicazione l’idrogeno e i derivati non carbonici, prima per il carico alberghiero e poi per quello propulsivo.

I fondi del PNRR per i piccoli Comuni

La ricrescita delle comunità interne e delle zone perifiche del Paese può avvenire attraverso una sana gestione dei fondi del PNRR per i piccoli comuni. L’ANAC e l’Agenzia per la coesione hanno pubblicato per le realtà comunali di piccole dimensioni dei bandi-tipo, una sorta di guida che i sindaci possono usare per i concorsi di progettazione e di idee delle opere finanziate con il Recovery plan. Una notizia importante per la pubblica amministrazione, il tessuto economico dei piccoli comuni ma anche per le imprese e i professionisti interessati alle gare e ai concorsi che verranno indetti.

I bandi tipo predisposti da ANAC e Agenzia della Coesione riguardano due tipologie di procedure. Il primo interessa infatti i concorsi di progettazione a due gradi. “Si tratta, invero, di un disciplinare che presenta aspetti di complessità maggiore rispetto ad un mero bando di gara, venendo a disciplinare tutta la procedura di scelta del vincitore”, si legge nella documentazione. Il bando disciplina si basa una procedura telematica aperta in due gradi, ma prevede in alternativa anche le clausole che la stazione appaltante deve inserire qualora intenda usare una procedura ristretta. Il secondo bando tipo riguarda invece i concorsi di idee per l’acquisizione di proposte progettuali per l’organizzazione di servizi sociali. Anche in questo caso il disciplinare fornisce elementi utili qualora la stazione appaltante voglia già indicare nel bando di gara che “la proposta o le proposte selezionate potranno essere poste a base di successive procedure di co-progettazione, inclusa la procedura riservata“.

I bandi tipo redatti si rivolgono agli uffici dei piccoli Comuni con popolazione inferiore a 30mila abitanti, nonché a quelli delle città metropolitane e delle Province localizzate nel Mezzogiorno e nelle Regioni Umbria e Marche. Gli schemi elaborati costituiscono contributi tecnici per gli Uffici competenti degli enti beneficiari, in vista del completamento della procedura per l’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la ripartizione delle risorse prevista dalla norma istitutiva del Fondo.

B&B gestiti da privati, i contributi dello stato e l’importanza della rete

Particolare attenzione ha scatenato la notizia di un nuovo bando che ha erogato finanziamenti a fondo perduto per bed and breakfast gestiti da privati. In particolare, il bando si è rivolto alle strutture ricettive extralberghiere a carattere non imprenditoriale in Italia confermando la volontà delle istituzioni di voler incoraggiare una nuova idea di turismo sostenibile e legato ai territori, invogliando i finanziamenti privati e la crescita delle opportunità occupazionali per i giovani imprenditori. Il bando ha richiesto la presentazione del codice identificativo regionale. Per quelle che sono situate invece in regioni che non contemplano tale codice, il bando ha ammesso anche la presentazione della segnalazione certificata di inizio dell’attività di bed and breakfast a carattere non imprenditoriale. Purtroppo il bando ha già esaurito i fondi, con data di chiusura il 30 dicembre 2021, ma l’importanza di tale finanziamento conferma la volontà di un sostegno alla ripartenza al settore turismo gestito da privati e non da grandi multinazionali presenti sul territorio della nostra Penisola.

Gestire un B&B può essere molto appassionante perché, pur essendo un’attività lavorativa, consente di esprimere la propria creatività con pochi vincoli e costi relativamente modesti. Tuttavia è molto utile per un operatore B&B, pur mantenendo la propria autonomia, essere in contatto con chi svolge la stessa attività, associandosi, affidarsi ad una consulenza per la propria crescita e dando vita ad una rete di Bed & Breakfast. Infatti, anche se ciascun B&B deve elaborare e perseguire una propria strategia di posizionamento sul mercato, innovare il proprio prodotto per stare al passo con le mutevoli esigenze della domanda, perseguire ottiche di qualità, questa attività meglio si concretizza a livello non di singolo operatore B&B ma di network ovvero di rete, data la natura del B&B stesso e la domanda che questo va a soddisfare. I B&B sono micro-imprese e, pertanto, dovrebbero pensare nell’ottica del network, vivere e svilupparsi al suo interno. La crescita interrelata collegata alla creazione di “sistemi” e “reti” di imprese, risponde alla strategia di crescita su basi cooperative e di collaborazione, piuttosto che mediante lo sviluppo organizzativo interno il quale comporterebbe un eccessivo irrigidimento della struttura aziendale.

La Zona Economica Speciale Jonica e le infrastrutture “soft” e “hard”

La Zona Economica Speciale Jonica ritorna al centro del dibattito tra analisti, imprenditori, esperti di logistica e di blue economy. L’occasione si è avuta grazie ad un importante dibattito online organizzato da Gianni Liviano. La prima ad intervenire è la dottoressa Valentina Di Milla, CEO della società RALIAN Research & Consultancy e chief executive officer di FEMOZA, la federazione mondiale delle Zone Economiche Speciali, che ha esposto alcune questioni fondamentali da tenere bene a mente. La prima: le infrastrutture “soft” vanno implementate prima della “hard”. Nel primo gruppo includiamo tutto ciò che non si può toccare. La digitalizzazione, dunque, ma soprattutto il quadro normativo di riferimento. Nel secondo gruppo rientrano i collegamenti stradali, ferroviari, gli edifici. Dunque, secondo Di Milla, non c’è attrattività che tenga senza una normativa chiara e una burocrazia snella. «Con norme troppo complesse si neutralizzano i vantaggi della ZES».

Una volta reso efficiente l’apparato infrastrutturale soft siamo certi che l’efficientamento pesante sarà una naturale conseguenza perché gioverà non solo di risorse pubbliche come quelle di cui stiamo parlando, ma anche della fiducia degli investitori che sceglieranno di delocalizzare all’interno del perimetro della ZES. E anche qui non senza un impegno all’apertura dei cantieri con procedure semplici e veloci e alla loro chiusura in altrettanto rapidi tempistiche. Vedete, il discorso è molto semplice. In una recente riunione effettuata con l’UNCTAD (Conferenza permanete delle nazione unite per il commercio e lo sviluppo) per la formazione di un’alleanza Globale delle più importanti organizzazioni mondiali delle ZES (di cui con FEMOZA siamo fondatori) è emerso che oggi si contano circa 7000 ZES nel mondo tra attive e in implementazione. I soldi sono mobili, camminano, si spostano senza spostarsi realmente. Non è difficile trovare alternative più valide della nostra se i nostri cantieri non chiudono in tempo. Bisogna essere molto realisti e concreti. Soprattutto, i soldi non si interessano al bel mare e non hanno radici a meno che non abbiano come oggetto di investimento un cluster turistico“, ha ribadito Valentina Di Milla, CEO della società Ralian e chief executive officer di FEMOZA, la federazione mondiale delle Zone Economiche Speciali.

La Zona Economica Speciale Jonica è una ZES interregionale, in quanto include aree sia in Puglia che in Basilicata e la sua istituzione risale ormai al 2019, quando fu firmato un apposito DPCM. Dopo oltre due anni è il caso di fermarsi a riflettere sulla situazione attuale.

La Zona Economica Speciale Jonica ha un grande vantaggio: la Zona Franca Doganale interna al suo porto.

Taranto ha la ZFD interna al suo driver ZES. Questo è un potente fattore attrattivo per tutte quelle imprese che hanno l’export come vocazione principale con il vantaggio che gli effetti sospensivi attuabili grazie ad un ZFD sono senza limiti temporali, a differenza delle ZES i cui incentivi economici e finanziari hanno una durata limitata e sottoposta a condizioni. Attenzione: Stiamo parlando di efficientamento infrastrutturale da strutturare in un quadro burocratico, amministrativo e normativo di semplice lettura al fine di efficientare al contempo l’anima dell’attività di una ZES ossia la logistica. Infatti, dotare una Zona Franca, con eventuale Export processing zone inclusa, permette il raggiungimento dell’efficienza logistica e il posizionamento su livelli di sostenibilità ambientale più elevati grazie all’intermodalità e alla politica più efficiente rispetto all’ultimo miglio“, ha ribadito Valentina Di Milla. 

L’analisi sugli investimenti diretti esteri elaborata dall’UNCTAD

Secondo l’Investment Trends Monitor dell’UNCTAD, recentemente pubblicato, i flussi globali legati agli investimenti diretti esteri (IDE) mostrano un forte rimbalzo già nel 2021 con interessanti prospettive di crescita con il nuovo anno. Nel 2021 vengono registrati sistematici aumenti, con un aumento del 77% rispetto agli anni pre-emergenza sanitaria. Per investimenti diretti esteri si intende quel movimento di capitale che parte da un paese e ne coinvolge un altro, per mezzo del quale una impresa o un ente (sia pubblico che privato) partecipa in modo duraturo alle attività di una realtà autoctona. Le economie sviluppate hanno visto una crescita degli investimenti diretti esteri (IDE) che hanno raggiunto nel 2021 i 777 miliardi di dollari. In Europa, oltre l’80% dei flussi di investimento è dovuto alle forte oscillazioni legate all’emergenza sanitaria. I flussi di investimenti diretti esteri nelle economie dei Paesi in via di sviluppo registrano sostanziali aumenti con la crescita dell’Asia orientale e sudorientale (+20%), un aumento in America Latina, Caraibi e Asia occidentale. Una posizione molto particolare è stata registrata dagli Emirati Arabi Uniti.

L’anno 2021 ha visto gli Emirati Arabi Uniti avanzare negli indici di competitività globale e l’annuncio di importanti progetti di investimento e piani strategici per raggiungere uno sviluppo sostenibile in più settori, in linea con gli standard internazionali.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno superato 152 indici globali e si sono classificati tra i primi cinque paesi del mondo in 274 indici. È stato anche tra i primi dieci paesi in 425 indici globali, secondo l’Annuario della competitività globale 2021, dove gli Emirati Arabi Uniti si sono classificati al primo posto in diversi settori economici nei settori della finanza e delle tasse, dell’economia, della tecnologia avanzata e dell’energia.

Anche i flussi d’investimento in Africa registrano significativi aumenti. Nonostante l’emergenza sanitaria, la fiducia degli investitori internazionali risulta forte e molto legata alla filiera delle infrastrutture, soprattutto in quei contesti geopolitici favorevoli a finanziamenti a lunga gittata e con la presenza di pacchetti di stimolo per la ripresa dei programmi di investimenti esteri.  Il ritmo delle vaccinazioni, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, nonché la velocità di attuazione degli incentivi agli investimenti infrastrutturali, restano importanti fattori di incertezza internazionale e l’attuazione o soluzione di tali tematiche globali saranno al centro delle dinamiche degli investimenti esteri diretti (IDE) del nuovo anno.

Taranto Comunità: la ZES Jonica e la visione di Ralian

Si è svolto l’evento “Taranto Comunità: La ZES Jonica” che ha visto la partecipazione della società “Ralian Consultancy”, con una relazione della CEO della società, Valentina Di Milla che ha provato a lanciare una sinergia e un dibattito su un importante percorso congiunto e condiviso con la Regione Puglia e gli stakeholders lucani, al fine di sviluppare progettualità, far comprendere le opportunità del territorio alle startup, rilanciare le politiche per il Meridione e implementare le opportunità del Piano legato alla ZES come sbocco principale del sistema logistico regionale.

L’importanza dell’evento è stato confermato dalla progettualità della dottoressa Di Milla nel voler evidenziare la valenza politica della progettualità in continua evoluzione e funzionale nel mondo delle ZES. Infatti, l’aumento della rilevanza come strumento politico per attrarre investimenti, determinerà una sempre maggiore attenzione sia delle singole ZES sia dei Paesi a guardare oltre i confini amministrativi e quindi a sviluppare approcci integrati transnazionali allo sviluppo delle ZES. Le ZES possono avere differenti denominazioni e caratteristiche ma alla base vi è sempre l’idea di un perimetro ben definito, con un regime regolatorio per imprese e investitori diverso da quello normalmente applicato nel più ampio contesto nazionale (o subnazionale) dell’economia in cui si trovano. Nonostante questa definizione piuttosto ampia, nella realtà le ZES possono essere estremamente variegate, con peculiarità che dipendono dal tipo di attività economica su cui si focalizzano. Le ZES sono importanti per la vita delle imprese e delle startup e oltre alla riduzione di dazi e tariffe, la maggior parte di queste zone può offrire anche importanti incentivi fiscali e regolamenti a misura delle imprese per quanto riguarda la gestione dei terreni, i permessi e le licenze, o le regole di assunzione: facilitazioni e semplificazioni di tipo amministrativo.

La presenza di infrastrutture costituisce un ulteriore aspetto cruciale, soprattutto nei Paesi emergenti. Opportunità molto interessanti per le aree industriali e gli hub innovativi del Meridione italiano.

Tutte le ZES ubicate nel Mezzogiorno hanno una posizione geografica favorevole, essendo localizzate al centro del Mar Mediterraneo.  Esse consentono l’intercettazione di flussi merci, in particolare quelli provenienti dal Medio Oriente e dall’Estremo Oriente attraverso il Canale di Suez.  Inoltre, tutte le ZES possono contare sulla presenza di porti di notevole importanza strategica e di importanti aeroporti internazionali nelle aree adiacenti alle ZES, caratterizzati da un’ottima dotazione infrastrutturale. Sia le zone portuali che le zone interne dispongono inoltre di infrastrutture produttive e aree attrezzate che possono essere attivate o migliorate attraverso investimenti specifici e di insediamenti industriali consolidati che comprendono grandi multinazionali già presenti nel territorio e numerose PMI con la possibilità di valorizzare il brand italiano.

Riuscire a comprendere bene cosa sono le ZES e come utilizzarle per la crescita nazionale e locale è fondamentale. Una rete diffusa di servizi e imprese che può lavorare per la crescita del territorio e nella zona Jonica generare crescita a partire dall’Autorità Portuale. Implementare le soft strutture vuol dire lavorare su un apparato burocratico veloce e su una serie di servizi per le imprese. L’efficientamento delle infrastrutture è una naturale conseguenza degli investimenti pubblici del PNRR a cui gli investitori possono e devono dar fiducia se siamo bravi ad attirarli. E’ essenziale la velocità dei cantieri che devono essere efficienti, offrire certezze tempistiche. Taranto è tra le ZES italiane ad avere all’interno anche la Zona Franca Doganale e tale approccio è una certezza per gli investimenti e gli investitori interessati all’export. Taranto può divenire un hub del potenziamento logistico e fiscale“, ha dichiarato, durante i lavori online, Valentina Di Milla, CEO della società “Ralian Consultancy” e CEO del Presidency Cabinet di Femoza.

 

L’agenda green del PNRR e la promozione dell’economia circolare

Il nuovo anno emergerà con prospettive economiche legate alla promozione dell’economia circolare e alle dinamiche dell’agenda green del PNRR. Notizie importanti che vedranno il protagonismo del Ministero della Transizione ecologica nel predisporre l’attesa strategia nazionale per l’economia circolare e il programma per la gestione dei rifiuti. Pilastri progettuali gettati nel corso del 2021 con il lancio di sette bandi per progetti a supporto della raccolta differenziata e impianti di riciclo. 

Bandi aperti fino a metà febbraio 2022 rivolti a imprese, Comuni ed Enti di Governo d’Ambito Territoriale Ottimale e focalizzati sul riciclo di RAEE – rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, carta e cartone, plastica e frazioni tessili ma anche sul miglioramento degli impianti di trattamento, raccolta e riciclo. Come testimonia il report ‘100 Italian circular economy stories’ presentato dalla Fondazione Symbola e da Enel a metà dicembre 2021, l’Italia va forte nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 79,4%, il doppio rispetto alla media europea (49%). Un primato che va mantenuto attraverso investimenti mirati e normative adeguate ai tempi. Benché rappresenti un settore di eccellenza per l’Italia, infatti, l’economia circolare non ha ancora una strategia nazionale cui fare riferimento.

Ma il 2022 dovrebbe cambiare le carte in tavola. La notizia, in realtà, era nota: con la chiusura, a inizio dicembre, della consultazione pubblica sulla strategia il MiTe ha dato una prima indicazione temporale: la strategia per l’economia circolare dovrebbe vedere la luce entro fine giugno 2022. D’altronde come abbiamo avuto modo di relazionare durante un evento presso l’Aula consiliare del Comune di Castelforte, in provincia di Latina, la ricerca storica ha consentito di comprendere le potenzialità del Medioevo e la pratica del recupero dello scarto con l’introduzione del primordiale concetto di circolarità della produzione, ove le risorse scarse andavano reimpiegate in ulteriori e diverse produzioni, con l’esaltazione del rapporto uomo-natura, di cui l’opera del Sommo Poeta è intrisa, al pari del celeberrimo Laudato sii del quasi contemporaneo San Francesco d’Assisi, un’opera di straordinaria bellezza poetica e di ispirazione per l’Economy of Francesco.

Affrontare e comprendere le sfide e i valori legati all’autenticità dei luoghi, con l’obiettivo di abbracciare un concetto di sostenibilità economica e ambientale in grado di rilanciare la micro-territorialità attraverso il turismo sostenibile e l’economia circolare. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo sostenibile, economico, sociale, culturale e ambientale dei piccoli Comuni maggiormente afflitti dal rischio idrogeologico, dallo spopolamento e dall’inadeguatezza dei servizi sociali essenziali che causano disagio insediativo. Un segnale importante per la promozione di economie di qualità e del turismo sostenibile che fa bene sperare per la rinascita anche sociale e culturale delle piccole comunità.

Taranto Comunità: la ZES Jonica

La valorizzazione e le opportunità della ZES interregionale jonica, la discussione sulle opportunità in campo, in particolare verso i target primari del progetto e le proposte del Piano di sviluppo strategico della ZES unica lucana a valere sulla ZES interregionale Jonica rappresentano un’opportunità da valorizzare.

L’evento “Taranto Comunità: La ZES Jonica” vedrà la partecipazione della società “Ralian Consultancy” per provare a lanciare una sinergia e un dibattito su un importante percorso congiunto e condiviso con la Regione Puglia e gli stakeholders lucani, sviluppare progettualità, far comprendere le opportunità del territorio alle startup, rilanciare le politiche per il Meridione e implementare le opportunità del Piano legato alla ZES come sbocco principale del sistema logistico regionale.

D’altronde, risulta estremamente importante valorizzare il Porto di Taranto a partire dai principali sbocchi commerciali locali e dai Poli logistici e produttivi lucani (Melfi, Ferrandina e Galdo di Lauria).

Le imprese possono approfondire la conoscenza per l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali che possono legarsi alle aziende già operative e a quelle che si insedieranno nella ZES e potranno beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa che proporranno.

L’evento prevede di sollecitare e intensificare il lavoro di relazione politico-istituzionale con le parti datoriali nazionali a favore di tutte le ZES, come quelle di Melfi e Lauria.

Per partecipare all’evento di lunedì 17 gennaio alle ore 18.00, su piattaforma ZOOM:

https://us02web.zoom.us/j/86134650959?pwd=K2M2RkxSVGxOVTdTV0FxcHpUZFJUQT09

Finanziamenti e supporto alle imprese turistiche

Le nuove progettualità che vedono il territorio italiano ricco di iniziative dedicate alla crescita del marketing territoriale aiutano a comprendere l’importanza dei nuovi finanziamenti e il supporto alle imprese turistiche che le istituzioni europee stanno elargendo. Con un’adeguata consulenza vi è ancora tempo per partecipare alla call europea che finanzia  bandi a sostegno delle imprese turistiche, da parte di consorzi trans-europei. Per poter partecipare, infatti, gli organismi interessati devono federarsi in consorzi di minimo cinque player, provenienti da vari paesi europei ed extra-UE, inclusa l’Italia e affidarsi a società di consulenza che riescono ad intrattenere relazioni e network progettuali con tantissime e variegate realtà internazionali aiutando a comprendere l’efficacia di tale scelta. La platea di beneficiari è in realtà molto più ampia di quello che si potrebbe pensare.

Oltre alle imprese alberghiere, alle strutture che svolgono attività agrituristica ed a quelle ricettive all’aria aperta (campeggi), il superbonus alberghi interessa anche le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, inclusi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici.  Il tax credit può essere pari all’80% delle spese sostenute ed è utilizzabile in compensazione tramite modello F24, senza applicazione dei limiti in materia di utilizzo di crediti d’imposta, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui gli interventi agevolabili sono stati realizzati. Sono disponibili contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale per le imprese turistiche di importo non inferiore a 500mila euro e non superiore a 10 milioni di euro, realizzati entro il 31 dicembre 2025. Inoltre,  con una dotazione di 98 milioni di euro, l’investimento 4.2.2 della M1C3 del PNRR prevede l’istituzione di un nuovo credito d’imposta, nella misura del 50%, in relazione alle spese per sviluppo digitale sostenute dalle agenzie di viaggio e dai tour operator, fino all’importo massimo complessivo di 25mila euro.