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I bandi europei 2022 per l’ambiente e l’economia circolare

Il 17 maggio sono stati lanciati i nuovi bandi del programma LIFE, che finanzia innovativi progetti per la salvaguardia dell’ambiente, del clima, per la transizione verso l’energia pulita e per l’economia circolare. Un’importante occasione per le organizzazioni e le imprese italiane impegnate nella promozione di nuove idee legate all’economia circolare e alla strutturazione di progetti d’impresa per la salvaguardia dell’ambiente. Tra il 2014-2020 i progetti italiani per la tutela ambientale e la protezione del clima hanno portato a casa poco meno di 203 milioni di euro. Una cifra che fa l’Italia il primo beneficiario in Europa dei fondi europei del programma LIFE 2014-2020. Il numero di progetti finanziati e di partecipanti pone l’Italia sul secondo gradino del podio europeo dopo la Spagna. Nella programmazione 2014-2020 sono stati 714 i partecipanti italiani ai bandi LIFE e 160 sono stati i progetti tricolore finanziati. I nuovi investimenti per il Programma Life 21-27 prevedono pacchetto di oltre 290 milioni di euro da spartire tra 132 progetti a favore della natura, dell’ambiente e del clima. Si tratta del primo blocco di proposte selezionate nell’ambito del periodo di programmazione 2021-2027, per il quale l’UE ha incrementato di quasi il 60% dei finanziamenti dedicati. Finanziamenti che, ricordiamo, hanno l’obiettivo di stimolare l’azione e la cooperazione comunitaria su una serie di tematiche sensibili come la valorizzazione ambientale e l’uso efficiente delle risorse, la protezione di natura e biodiversità, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e l’economia circolare. Senza dimenticare le politiche di governance e le campagne di disseminazione legate a tale progettualità.

Attivo dal 1992 lo strumento ha cofinanziato da allora a oggi più di 5.500 progetti in tutta l’UE e oltre, promuovendo idee e iniziative di ampio impatto. Oggi torna con una forma rinnovata (4 sottoprogrammi: natura e biodiversità; economia circolare e qualità della vita; mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici; passaggio all’energia pulita) e un budget complessivo di 5,4 miliardi di euro. “La duplice crisi del clima e della biodiversità rappresenta una vera e propria crisi esistenziale”, ha spiegato Frans TimmermansVicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo. “Non c’è tempo da perdere. Con il Green Deal l’Unione si adopera per ridurre le emissioni, ripristinare lo stato della natura e usare le risorse in modo sostenibile. Ma ci riusciremo solo lavorando assieme, in tutti i settori europeo. I progetti LIFE sono esemplari in questo senso, perché uniscono cittadini, enti pubblici, industria e ONG in una collaborazione a favore del clima e dell’ambiente”, ha rilanciato il vicepresidente.

 

La Fiera per la gestione integrata dei rifiuti

Grande entusiasmo tra la comunità imprenditoriale e le startup innovative per la prima edizione della Waste Management Europe Exhibition & Conference (WME), la fiera che mira a diventare il punto di riferimento internazionale per le tecnologie e le soluzioni integrate per la gestione dei rifiuti in chiave circular economy. L’appuntamento fieristico, che si terrà a Bergamo nel corso dell’ultima settimana di giugno, mira ad affrontare con innovazione e creatività imprenditoriale una delle sfide cruciali di sostenibilità ambientale del prossimo futuro. Alcune stime parlano infatti di un aumento del 75% della produzione globale di rifiuti entro il 2050. Uno scenario da scongiurare a tutti i costi e che richiede l’adozione massiccia di progetti e soluzioni ambientali sostenibili. La kermesse ospiterà circa 200 aziende, suddivise in sei macroaree industriali, ed accoglierà in tre giorni circa 8.000 visitatori, italiani e internazionali. La parte dedicata alla Conferenza si svilupperà invece in circa 20 sessioni tecniche e strategiche, 6 sessioni di formazione e un programma dedicato ai giovani e ai loro progetti, da introdurre nel mercato del lavoro.

La Waste Management Europe Exhibition & Conference (WME) si propone come un’importante piattaforma internazionale dove affrontare argomenti cruciali, trovare ed esaminare nuove soluzioni all’interno dell’intera filiera, che riducano la quantità di discariche e di rifiuti generati, aumentino i volumi di materiale riciclato e abbattano drasticamente le emissioni di CO2. La conferenza WME è la piattaforma aggregativa per le imprese del settore pronte ad impegnarsi in dibattiti, proposte, progettualità condivise e programmazione comune di idee e soluzioni per guidare le nostre società verso un ambiente più verde e carbon neutral, partendo proprio dall’utilizzo sostenibile dei nostri rifiuti. WME rappresenta l’opportunità ideale per mostrare i prodotti, le tecnologie, le migliori innovazioni e le soluzioni per la comunità imprenditoriale della gestione dei rifiuti e per la concreta valorizzazione delle opportunità legate all’economia circolare.

Il PNRR e il programma nazionale per la gestione dei rifiuti

Il programma nazionale per la gestione dei rifiuti può divenire un utile strumento per le istituzioni e le imprese per promuovere l’economia circolare e incentivare nuove dinamiche aziendali sostenibili per la crescita dei Comuni. Un importante strumento di indirizzo per le Regioni e le Province autonome nella pianificazione della gestione dei rifiuti. L’obiettivo del Programma è colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclaggio per sviluppare nuove catene di approvvigionamento di materie prime seconde dal ciclo dei rifiuti, in sostituzione di quelle tradizionali e contribuire alla transizione energetica. Il Programma ha un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028), parte dal quadro di riferimento europeo e mira a orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare.  Le Regioni e le Province autonome saranno poi tenute ad approvare o adeguare i rispettivi piani regionali di gestione dei rifiuti entro 18 mesi dalla pubblicazione del programma nazionale per la gestione dei rifiuti -PNGR definitivo.

Il programma definisce le macro tematiche e gli obiettivi, i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nella elaborazione dei Piani di gestione dei rifiuti. Offre poi una ricognizione nazionale dell’impiantistica e dà gli indirizzi per colmare i gap impiantistici fra le regioni.  I target si concentrano sull’aumento del tasso di raccolta differenziata, sulla riduzione del numero delle discariche irregolari, sulla riduzione del tasso di smaltimento in discarica dei rifiuti urbani al di sotto del 10% al 2035.  Il Programma indica inoltre la necessità di adottare a livello regionale pianificazioni basate su una attenta quantificazione dei flussi dei rifiuti e individua nella metodologia LCA (Life Cycle Assessment), uno strumento fondamentale per la comparazione degli scenari di gestione, tenendo conto di tutti gli impatti ambientali.

L’orizzonte temporale è giugno di quest’anno: entro metà 2022 il Ministero della Transizione ecologica dovrà pubblicare sia la strategia per l’economia circolare che il programma nazionale per la gestione dei rifiuti -PNGR. 

 

Terra Next: l’acceleratore per le startup della bioeconomia

Terra Next, l’acceleratore per startup e PMI innovative che operano nel settore della bioeconomia, ha visto il suo lancio nel tessuto economico nazionale. Terra Next è un programma triennale, che prevede di accelerare fino a 30 startup, permettendo loro l’accesso a momenti di formazione e ad un percorso strutturato di supporto verso la validazione del proprio modello di business. L’iniziativa di formazione alla creazione d’impresa nasce grazie alla sinergia tra CDP Venture Capital e la Rete Nazionale Acceleratori CDP, un network presente su tutto il territorio, con l’obiettivo di aiutare la crescita di startup specializzate nei mercati a maggiore potenziale. Sono coinvolti nel progetto anche Intesa Sanpaolo Innovation Center in qualità di co-ideatore e promotore, insieme a Cariplo Factory che gestirà operativamente il programma.

L’opportunità è quella di rivoluzionare la base industriale creando nuove catene di valore e processi produttivi più verdi ed economici, proteggendo la biodiversità e l’ambiente.  Un cambiamento di cui beneficeranno soprattutto le prossime generazioni.  Dove ci sono scarti, noi vediamo materia prima. Dove ci sono rifiuti, noi vediamo risorse. Dove finisce il ciclo di vita di un prodotto, noi vediamo un nuovo inizio.  L’economia “bio” vale 317 miliardi di euro; in Italia occupa circa due milioni di persone.  Anche se in pochi lo sanno, la Bioeconomia è un’eccellenza del Made in Italy.  Grazie alla capacità rigenerativa della natura, alla ricerca e all’innovazione tecnologica, possiamo accelerare la transizione verso modelli di sviluppo sostenibili e resilienti.  

Con una dotazione iniziale di circa 3,8 milioni di euro stanziati dal Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital oltre a circa 1,3 milioni stanziati da Intesa Sanpaolo Innovation Center e i partners, Terra Next è progettato su un asse temporale di 3 anni. Ogni anno verrà lanciato un percorso di accelerazione di 12 settimane con base a Napoli, nel quale le startup selezionate – fino a 30 nell’arco dei 3 anni – avranno l’opportunità di crescere attraverso mentorship, formazione, networking e momenti di approfondimento frontale dedicati al consolidamento della value proposition e del modello di business, alla validazione tecnica e alla prototipazione delle soluzioni, al supporto al go-to-market e al fundraising. Il programma è rivolto alle startup e alle PMI innovative che sviluppano soluzioni e servizi nel settore della bioeconomia.

L’agenda green del PNRR e la promozione dell’economia circolare

Il nuovo anno emergerà con prospettive economiche legate alla promozione dell’economia circolare e alle dinamiche dell’agenda green del PNRR. Notizie importanti che vedranno il protagonismo del Ministero della Transizione ecologica nel predisporre l’attesa strategia nazionale per l’economia circolare e il programma per la gestione dei rifiuti. Pilastri progettuali gettati nel corso del 2021 con il lancio di sette bandi per progetti a supporto della raccolta differenziata e impianti di riciclo. 

Bandi aperti fino a metà febbraio 2022 rivolti a imprese, Comuni ed Enti di Governo d’Ambito Territoriale Ottimale e focalizzati sul riciclo di RAEE – rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, carta e cartone, plastica e frazioni tessili ma anche sul miglioramento degli impianti di trattamento, raccolta e riciclo. Come testimonia il report ‘100 Italian circular economy stories’ presentato dalla Fondazione Symbola e da Enel a metà dicembre 2021, l’Italia va forte nell’economia circolare e ha la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: il 79,4%, il doppio rispetto alla media europea (49%). Un primato che va mantenuto attraverso investimenti mirati e normative adeguate ai tempi. Benché rappresenti un settore di eccellenza per l’Italia, infatti, l’economia circolare non ha ancora una strategia nazionale cui fare riferimento.

Ma il 2022 dovrebbe cambiare le carte in tavola. La notizia, in realtà, era nota: con la chiusura, a inizio dicembre, della consultazione pubblica sulla strategia il MiTe ha dato una prima indicazione temporale: la strategia per l’economia circolare dovrebbe vedere la luce entro fine giugno 2022. D’altronde come abbiamo avuto modo di relazionare durante un evento presso l’Aula consiliare del Comune di Castelforte, in provincia di Latina, la ricerca storica ha consentito di comprendere le potenzialità del Medioevo e la pratica del recupero dello scarto con l’introduzione del primordiale concetto di circolarità della produzione, ove le risorse scarse andavano reimpiegate in ulteriori e diverse produzioni, con l’esaltazione del rapporto uomo-natura, di cui l’opera del Sommo Poeta è intrisa, al pari del celeberrimo Laudato sii del quasi contemporaneo San Francesco d’Assisi, un’opera di straordinaria bellezza poetica e di ispirazione per l’Economy of Francesco.

Affrontare e comprendere le sfide e i valori legati all’autenticità dei luoghi, con l’obiettivo di abbracciare un concetto di sostenibilità economica e ambientale in grado di rilanciare la micro-territorialità attraverso il turismo sostenibile e l’economia circolare. L’obiettivo è promuovere lo sviluppo sostenibile, economico, sociale, culturale e ambientale dei piccoli Comuni maggiormente afflitti dal rischio idrogeologico, dallo spopolamento e dall’inadeguatezza dei servizi sociali essenziali che causano disagio insediativo. Un segnale importante per la promozione di economie di qualità e del turismo sostenibile che fa bene sperare per la rinascita anche sociale e culturale delle piccole comunità.

Credito d’imposta per le imprese che acquistano prodotti riciclati o da riuso

Il decreto del Ministero della Transizione ecologica detta le nuove disposizioni attuative del credito di imposta sui prodotti da riciclo e riuso. L’obiettivo istituzionale è quello di incentivare l’economia circolare, uno dei settori che, nonostante le problematiche determinate dalla pandemia, continua a rappresentare un’eccellenza italiana in Europa. Il tax credit riguarda l’acquisto di prodotti da riciclo o riuso e copre il 25% del loro costo entro un massimo di 10mila euro. Un’importante agevolazione per le imprese interessate all’economia circolare e al riuso dei materiale. Che si tratti di riciclo o di riutilizzo, il fine è sempre lo stesso ed è egualmente importante: dare una seconda vita a tutto quel che passa dalle nelle catene di utilizzo delle imprese e agli oggetti che utilizziamo nel quotidiano. E per capire quanto fondamentale possa essere questo approccio culturale per la salvaguardia delle risorse del Pianeta basta misurarsi con le cifre dei nostri sprechi.

Alle imprese e ai soggetti titolari di reddito di lavoro autonomo che impiegano beni da riciclo o riuso nell’esercizio dell’attività economica o professionale spetta un credito d’imposta pari al 25% del costo di acquisto e fino ad un importo massimo di 10.000 euro per ciascun beneficiario.

Le imprese e i professionisti interessati al tax credit possono presentare un’apposita richiesta attraverso la piattaforma informatica Invitalia PA Digitale a partire dalle ore 12 del 22 dicembre 2021 fino alle ore 12 del 21 febbraio 2022. Per la presentazione delle istanze occorre essere in possesso di un’identità SPID. Le imprese interessante possono affidarsi anche ad una consulenza certosina con l’obiettivo di presentare con la dovuta e attenta precisione tutta la documentazione richiesta. Il credito d’imposta è riconosciuto e autorizzato dal Ministero, secondo l’ordine di presentazione delle domande fino ad un importo massimo di euro 10.000 per ciascun soggetto beneficiario e fino all’esaurimento delle risorse nel limite complessivo di 10 milioni.