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Aperte le call Horizon Europe per le energie rinnovabili

Dai biocarburanti all’agricoltura, le call Horizon Europe per soluzioni innovative applicate all’energia rinnovabile valgono 99 milioni di euro e coprono diversi settori industriali. Per ottenere un ruolo di leadership nella corsa globale all’idrogeno, l’Europa deve puntare anche sulla ricerca e l’innovazione. Una serie di call di Horizon Europea vanno proprio in questa direzione, coprendo diversi aspetti, dalla produzione di idrogeno verde al tema stoccaggio e trasporto. Il radar delle ultime call punta su batterie, logistica ed efficienza energetica. Largo il ventaglio di progetti che possono accedere ai fondi europei: da quelli per migliorare le prestazioni delle batterie ai progetti per rendere più efficiente e sostenibile l’utilizzo del calore nei processi industriali, passando per il sostegno a servizi di mobilità innovativi e condivisi in azienda fino a soluzioni tecniche per limitare le emissioni dei trasporti. Il piatto è piuttosto ricco: in totale Bruxelles mette a disposizione 283 milioni per finanziare progetti di R&I realizzati da imprese, centri di ricerca, università (meglio se in partnership tra loro). La scadenza dei bandi è sempre la stessa: il 6 settembre 2022. Per le call di Horizon Europe 2022, particolare importanza avranno lo sviluppo di tecnologie di nuova generazione per migliorare le prestazioni e la sicurezza delle batterie, sia per i trasporti che per le applicazioni mobili (a titolo d’esempio saranno finanziati progetti che prevedano l’impiego di nuovi materiali leggeri con caratteristiche termiche ottimali capaci di ridurre il modulo batteria e aumentarne contemporaneamente la sicurezza); o ancora, i fondi europei andranno a sostenere progetti per incorporare sensori e funzionalità di autoriparazione nelle celle delle batterie.

Ricordiamo che l’Italia ha partecipato efficacemente ai bandi energia del Programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione “Horizon 2020″ comparendo, come partner o come coordinatore, in oltre 6.000 progetti, ottenendo finanziamenti su ben 958 proposte, con un tasso di successo pari quasi al 16% e posizionandosi come terzo paese per numero di proposte finanziate, dopo la Spagna e la Germania in un programma europeo altamente competitivo. Sono questi alcuni dei dati contenuti nello studio “L’impatto della partecipazione al programma Horizon 2020 sulle imprese italiane: un’analisi per il settore energia“, realizzato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE SpA), dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE).

Simest e i finanziamenti per la transizione digitale

Grazie alle disponibilità finanziarie di Simest si amplia maggiormente la possibilità per le imprese italiane di rafforzare la propria competitività internazionale attraverso la digitalizzazione e la sostenibilità dei processi produttivi. Aumenta il tetto massimo richiedibile del finanziamento agevolato Simest “Transizione Digitale e Transizione Ecologica”, che la società del Gruppo CDP eroga attraverso il Fondo 394/PNRR gestito in convenzione con il Ministero per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale (MAECI) a valere su risorse europee. L’importante strumento finanziario inizialmente destinato alle sole PMI, è stato esteso anche alle imprese a media capitalizzazione (ossia quelle non qualificabili come PMI e con un numero di dipendenti fino a 1.500 unità). Parallelamente l’ammontare complessivo massimo richiedibile aumenterà da 300 mila a 1 milione di euro: ovviamente, le imprese che abbiano già fatto domanda per importi inferiori potranno integrarla fino alla nuova soglia.

Con le novità Simest risponde alle istanze provenienti dalle stesse imprese che – attraverso le associazioni di categorie – avevano auspicato pubblicamente questo tipo di evoluzione dello strumento. In tal modo si incentiveranno, infatti, i processi di innovazione anche delle aziende mediamente strutturate, che potranno fungere da traino alle filiere costituite da piccole e micro imprese.

Lo scorso anno il PNRR ha assegnato al Fondo 394 di Simest 1,2 miliardi di euro da distribuire attraverso finanziamenti che vengono concessi a condizioni estremamente vantaggiose: tasso agevolato (attualmente lo 0,051%), nessuna garanzia richiesta e quota a fondo perduto fino al 25%. Particolare attenzione è stata dedicata al Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), alle cui PMI è riservato il 40% delle risorse del Fondo – €480mln – con una quota di cofinanziamento a fondo perduto fino al 40%. Tre sono le linee di finanziamento che, dal 28 ottobre 2021, sono a disposizione di tutte le PMI italiane che non vogliono perdere questa opportunità: “Transizione digitale ed ecologica”, “E-commerce” e “Fiere e Mostre

Io resto in montagna: il programma per le comunità montane

La riqualificazione delle zone periferiche passa anche dalla valorizzazione delle comunità interne e le comunità montane e tra le misure introdotte dalla legge quadro sulla montagna c’è anche “Io resto in montagna“. La progettualità presentata è tesa ad incentivare la residenzialità nelle aree a rischio spopolamento attraverso una detrazione degli interessi sul mutuo per gli under 41 che acquistano una prima casa in un Comune montano con meno di duemila abitanti. Lo sviluppo e la valorizzazione delle aree montane italiane dipendono anche dal ripopolamento del territorio e oltre la misura “Io resto in montagna”, il provvedimento prevede anche una serie di altri strumenti per contrastare lo spopolamento delle aree montane italiane: dal credito d’imposta per gli imprenditori agricoli e forestali, alle misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani”, passando per gli incentivi relativi ai settori scuola e sanità.

Io resto in montagna è un intervento che fa riferimento agli interessi passivi pagati in dipendenza di mutui contratti per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale nei Comuni montani con popolazione residente non superiore a 2mila abitanti. La misura prevede una detrazione dall’imposta lorda pari al 100% degli interessi passivi entro un ammontare di 500 euro e pari all’80% sulla parte degli interessi passivi che eccede il limite di 500 euro fino a 1.125 euro. L’agevolazione è disposta in favore dei contribuenti che non hanno compiuto i 41 anni di età nell’anno in cui vengono rogitati l’atto di acquisto dell’immobile e quello di accensione del mutuo.  “La legge quadro, con alcuni ulteriori miglioramenti suggeriti dall’ANCI che saranno a breve formalizzati, potrà rappresentare un vero punto di svolta per le politiche per le montagne italiane, a partire dalle situazioni di maggiore marginalità da troppo tempo soggette ad un grave quanto allarmante spopolamento. Occorre un obiettivo strategico di lungo respiro che vada ben oltre il PNRR. Pensando anche ad una flat tax per le situazioni più critiche, dobbiamo in generale lavorare nella prospettiva Io resto in Montagna“, ha spiegato Massimo Castelli, coordinatore nazionale piccoli Comuni.

L’attrattività e la rinascita dei piccoli Borghi italiani

Creare ecosistemi capaci di raggiungere un vero equilibrio, capaci di agire per il bene collettivo, capaci di garantire un accesso democratico alle risorse, con nuove forme di governance decentralizzate che agiscono verso modelli di prosperità inclusiva è la sfida dei piccoli borghi della nostra attualità. Il bando del Ministero della cultura è inserito nell’Investimento 2.1 “Attrattività dei Borghi storici” e prevede un finanziamento complessivo di oltre un miliardo di euro. L’avviso pubblico, dedicato ai piccoli borghi storici, è finalizzato a promuovere progetti per la rigenerazione, valorizzazione e gestione del grande patrimonio di storia, arte, cultura e tradizioni presenti nei piccoli centri italiani, integrando obiettivi di tutela del patrimonio culturale con le esigenze di rivitalizzazione sociale ed economica, di rilancio occupazionale e di contrasto dello spopolamento.

Gli interventi ammessi al finanziamento dovranno dare nuova linfa al tessuto socio-economico di questi luoghi attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici, la rigenerazione del patrimonio storico-architettonico insieme all’attivazione di iniziative imprenditoriali e commerciali che creino ricadute occupazionali sul territorio. Destinatari dell’Avviso sono i piccoli borghi (comuni) singoli o aggregati con popolazione residente fino a 5000 abitanti nei quali sia presente un borgo storico chiaramente identificabile e riconoscibile.

Un modello meritevole di attenzione è quello del Comune di Pollica con il progetto Pollica 2050 – Vivere Mediterraneo, che mette al centro la Dieta Mediterranea come Rigenerazione Ecologica Integrale studiata per valorizzare risorse dormienti, che ci obbliga a pensare ed agire in modo sistemico, orientando ogni azione alla creazione di prosperità inclusiva partendo dall’approccio ecologico integrale testato negli anni ed applicato in ogni fase del progetto . Una strategia che, già prototipata sul campo per più di un anno, e che oggi mira a creare un vero e proprio ecosistema che dovrà sapersi auto-alimentare e rigenerarsi per persistere nel tempo, dovrà diffondersi nello spazio perché l’intero territorio possa beneficiarne e perché oggi è necessario fare rete ed essere rete, e dovrà andare in profondità perché l’impatto sia davvero trasformativo. Sei sono le aree di intervento concrete capaci di trasformare un borgo bellissimo, in un luogo sicuro e sano, dove vivere bene ad ogni età; capaci di salvaguardare l’ambiente, favorire le nuove generazioni, garantire giustizia sociale per tutte e tutti, implementando un modello di sviluppo davvero sostenibile, partecipato, integrale.

Finanziamenti e supporto alle imprese turistiche

Le nuove progettualità che vedono il territorio italiano ricco di iniziative dedicate alla crescita del marketing territoriale aiutano a comprendere l’importanza dei nuovi finanziamenti e il supporto alle imprese turistiche che le istituzioni europee stanno elargendo. Con un’adeguata consulenza vi è ancora tempo per partecipare alla call europea che finanzia  bandi a sostegno delle imprese turistiche, da parte di consorzi trans-europei. Per poter partecipare, infatti, gli organismi interessati devono federarsi in consorzi di minimo cinque player, provenienti da vari paesi europei ed extra-UE, inclusa l’Italia e affidarsi a società di consulenza che riescono ad intrattenere relazioni e network progettuali con tantissime e variegate realtà internazionali aiutando a comprendere l’efficacia di tale scelta. La platea di beneficiari è in realtà molto più ampia di quello che si potrebbe pensare.

Oltre alle imprese alberghiere, alle strutture che svolgono attività agrituristica ed a quelle ricettive all’aria aperta (campeggi), il superbonus alberghi interessa anche le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, inclusi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici.  Il tax credit può essere pari all’80% delle spese sostenute ed è utilizzabile in compensazione tramite modello F24, senza applicazione dei limiti in materia di utilizzo di crediti d’imposta, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui gli interventi agevolabili sono stati realizzati. Sono disponibili contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale per le imprese turistiche di importo non inferiore a 500mila euro e non superiore a 10 milioni di euro, realizzati entro il 31 dicembre 2025. Inoltre,  con una dotazione di 98 milioni di euro, l’investimento 4.2.2 della M1C3 del PNRR prevede l’istituzione di un nuovo credito d’imposta, nella misura del 50%, in relazione alle spese per sviluppo digitale sostenute dalle agenzie di viaggio e dai tour operator, fino all’importo massimo complessivo di 25mila euro.

Il 2021 è stato l’anno degli investimenti innovativi

Il 2021 è stato un anno importante per gli investimenti. Nuove opportunità che aiutano a capire le potenzialità del nuovo anno e la fiducia che le imprese possono sviluppare nei confronti di un sistema commerciale complesso ma dinamico, globale ma meritocratico e che attraverso un buona strategia di investimenti, guidati da una consulenza efficace, può innescare nuove sinergie e crescita economica.  Nel 2021 il contratto di sviluppo ha permesso di mobilitare un totale di 1,14 miliardi di euro da Nord a Sud per investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, spesso in ottica 4.0, e per l’ampliamento delle attività produttive. I finanziamenti concessi da Invitalia nell’ultimo anno, invece, hanno raggiunto quota 316 milioni di euro.

Dedicato agli investimenti di grandi dimensioni, il contratto di sviluppo finanzia progetti nel settore industriale, nel turismo, di tutela ambientale o relativi alla trasformazione di prodotti agricoli. Ciascun piano può prevedere anche più progetti di investimento, inclusi eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, a condizione che siano connessi e funzionali tra loro, e comprendere la realizzazione di infrastrutture di interesse pubblico.

Per accedere al regime di aiuto è richiesto un investimento minimo di 20 milioni di euro, soglia ridotta a 7,5 milioni di euro per le attività di prima trasformazione di prodotti agricoli, per i progetti localizzati nelle aree interne del Paese oppure che prevedano il recupero di strutture dismesse. Le agevolazioni sono concesse in forma di contributo a fondo perduto in conto impianti, contributo a fondo perduto alla spesa, finanziamento agevolato e contributo in conto interessi, e variano in base alla tipologia di progetto, alla sua localizzazione e alla dimensione dell’impresa proponente. Le domande  devono essere presentate dalle imprese, anche aggregate in reti d’impresa, ad Invitalia, che è responsabile della valutazione dei progetti e dell’erogazione dei finanziamenti. Un nuovo anno che può generare fiducia nelle opportunità commerciali e negli investimenti innovativi per le imprese italiane e per il tessuto commerciale del nostro Paese.

CulturEU: lo sportello unico digitale per le imprese culturali

Un innovativo sportello unico digitale riunisce le molteplici opportunità di sostegno finanziario provenienti da 21 diversi programmi UE come Europa creativa, Horizon Europe, InvestEU e i fondi strutturali.  Si chiama CulturEU, lo strumento interattivo online che offre a qualsiasi organizzazione culturale europea la possibilità di scoprire i regimi di sostegno comunitari disponibili più adatti alle proprie esigenze, aiutando questi soggetti nel percorso verso una ripresa sostenibile attraverso uno sportello unico digitale. La guida nasce con l’obiettivo di aiutare partner di ogni tipo e dimensione attivi nei settori culturali e creativi a orientarsi nel panorama dei fondi UE, capire quali opportunità sono a loro disposizione e accedere più facilmente ai finanziamenti europei. Gli interessati possono filtrare automaticamente i sussidi a seconda delle proprie esigenze, del proprio settore e del tipo di organizzazione che rappresentano, accedendo anche ad esempi stimolanti e best practices.

Avvalendoti della migliore consulenza e assistenza tecnica, CulturEU permetterà di restare aggiornati sulle informazioni più recenti e sulla pubblicazione di nuovi inviti a presentare proposte che sarà disponibile in tutte le lingue dell’UE all’inizio 2022. L’Esecutivo europeo ha adottato numerose misure per mitigare l’impatto della crisi sanitaria sui settori culturali e creativi, tra i più colpiti dalle restrizioni per limitare la diffusione del virus, coadiuvando gli interventi dei 27 Stati membri tramite sostegno finanziario ed investimenti nel rispetto delle competenze nazionali. Per le aziende e le società legate al mondo della cultura e della creatività si registra l’aumento delle risorse dedicate all’ecosistema culturale e creativo per il settennato 2021-2027, con quasi 2.5 miliardi di euro nell’ambito del programma Europa creativa e quasi 2 miliardi a titolo di Horizon Europe. 

Inoltre, particolarmente interessante per i professionisti del settore è l’apertura di Creatives Unite, una piattaforma ad hoc, che conta attualmente più di 43 mila utenti, per mezzo della quale artisti, interpreti o esecutori e altri professionisti dei settori culturali e creativi possono condividere informazioni e iniziative e scambiarsi idee.

Istituito il Fondo da 40 milioni per le PMI culturali e creative

Buone notizie per le PMI culturali e creative. Dal 27 novembre è diventato operativo il Fondo per le piccole e medie imprese creative, che promuove una nuova imprenditorialità e lo sviluppo del settore. Il Fondo, previsto dalla legge di Bilancio 2021 e istituito presso il MISE, può contare su risorse pari a 20 milioni di euro per ciascun anno 2021 e 2022, per un totale di 40 milioni di euro. Dinamiche interessanti che si traducono in contributi a fondo perduto, interventi di sostegno nel capitale sociale e finanziamenti agevolativi da destinare all’acquisto di macchinari innovativi, servizi specialistici, finalizzati anche alla valorizzazione di brevetti delle PMI culturali. Attualmente, il provvedimento, siglato anche dal ministro della Cultura Dario Franceschini, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.

Obiettivo delle nuove proposte lanciate è quello di promuovere una nuova imprenditorialità  per le PMI culturali e lo sviluppo di imprese del settore creativo, attraverso contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati e loro combinazioni, sostenere la crescita delle imprese del settore anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative nei settori individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali, consolidare e favorire lo sviluppo del sistema imprenditoriale del settore creativo attraverso attività di analisi, studio, promozione e valorizzazione, promuovere la collaborazione delle imprese del settore creativo con le imprese di altri settori produttivi, in particolare quelli tradizionali, nonché con le università e gli enti di ricerca, anche attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto in forma di voucher da destinare all’acquisto di servizi prestati da imprese creative ovvero per favorire processi di innovazione.

Potranno accedere alle agevolazioni tutte le attività d’impresa dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative: in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo.

Finanziamenti agevolati per PMI innovative orientate all’export

Nuove opportunità per le imprese interessate alla crescita dell’export e ai processi di internazionalizzazione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha messo a disposizione 800 milioni di euro in finanziamenti a tasso agevolato e 400 milioni in contributi a fondo perduto a favore delle PMI italiane orientate ai mercati esteri, alla promozione dell’export e per nuovi processi di vendita attraverso il Fondo 394/81 gestito da SIMEST. Per tutte le misure, le aziende potranno chiedere una quota di finanziamento a fondo perduto fino al 25%. La percentuale sale al 40% se l’impresa ha sede nel Mezzogiorno. Le PMI basate nelle regioni del Sud Italia beneficiano inoltre di una riserva pari al 40% delle risorse totali (Riserva Sud).

Tra le priorità identificate per una innovativa visione dell’export e dei processi aziendali, la transizione digitale ed ecologica delle PMI con vocazione internazionale attraverso un finanziamento agevolato per la realizzazione di investimenti volti a favorire la transizione digitale delle PMI, promuoverne la crescita sostenibile, rafforzarne la competitività sui mercati esteri e la promozione del commercio elettronico delle PMI in Paesi esteri (e-commerce) con un finanziamento agevolato per la creazione di una piattaforma di e-commerce per la commercializzazione in Paesi esteri di beni o servizi prodotti in Italia o con marchio italiano.

Lo strumento è destinato alla realizzazione di un progetto di investimento digitale finalizzato all’export, che può essere la creazione di una nuova piattaforma propria, il miglioramento di una piattaforma già esistente o l’accesso ad uno spazio di terzi come un market place. In una fase critica come quella attuale, il commercio online potrebbe rappresentare una soluzione per alleviare il calo dei consumi e per far ripartire l’economia. Tuttavia, nonostante il valore delle esportazioni digitali sia aumentato (11,8 miliardi per il B2C e 134 per il B2B nel 2019), il loro peso sulle esportazioni totali rimane ancora piuttosto esiguo.

Sostegno alle start up innovative. La circolare Smart&Start targata MISE.

Con la  Circolare 16 dicembre 2019, n. 439196 il Ministero dello Sviluppo Economico ha stabilito e specificato i criteri e le modalità di concessione delle agevolazioni riconosciute alle start up innovative, nell’intero territorio italiano. Esse sono erogate sotto forma di aiuto per la loro nascita e per il  loro sviluppo. Sono regolate dal decreto del Ministero dello sviluppo economico 24 settembre 2014, successivamente  modificato e integrato dal decreto del Ministro dello sviluppo economico 30 agosto 2019.

In particolare, per una più facile comprensione da parte del lettore, delle previsioni inserite nella suddetta circolare, affronteremo separatamente ciascuna specificazione.

 

Quali requisiti devono avere i piani di sviluppo presentati le start up ai fini dell’eventuale concessione delle agevolazioni previste dal  decreto?

Sono ammesse a presentare domanda quelle start-up innovative:

  1. costituite con meno di 60 mesi di vita rispetto alla data di richiesta di agevolazione;
  2. di dimensioni piccole;
  3. che abbiano la loro sede legale e operativa nel territorio nazionale o, per quelle con sede legale all’estero, purché alla data di richiesta della prima erogazione dell’agevolazione siano iscritte nell’apposita sezione speciale del Registro delle imprese e abbiano almeno una sede operativa sul territorio italiano.               Le imprese,  fra le altre statuizioni dell’art. 4.3 della circolare considerata, non devono essere già beneficiarie di contributi/agevolazioni pubbliche; non averne ottenuti in tempi precedenti e bloccati dalla Commissione europea in quanto illegali e/o incompatibili; non essere interessate da procedure concorsuali; essere in regola con la normativa ambientale, urbanistica, di sicurezza sul lavoro ed essere in regime di contabilità ordinaria;
  4. tutte le persone fisiche che sono intenzionate ad impiantare una start-up innovativa, siano esse italiane o straniere ( in quest’ultimo caso devono possedere il visto start-up), purché l’impresa sia formalmente costituita entro e non oltre trenta giorni dalla ricezione della comunicazione di ammissione alle agevolazioni e che entro il medesimo termine inoltri domanda di iscrizione al Registro delle imprese sia nella sezione ordinaria sia in quella speciale, pena la decadenza della domanda di ammissione stessa.

 

Quali settori sono ritenuti innovativi e, dunque, meritevoli di sostegno finanziario?

Si tratta essenzialmente di settori che presentino anche contemporaneamente le seguenti caratteristiche:

  1.  si distinguono per un importante contenuto tecnologico ed innovativo. Si tratta, in buona sostanza di tutte quelle soluzioni tecniche, organizzative e/o produttive che si differenziano per novità rispetto al mercato in cui l’impresa richiedente opera, anche in materia di impatto ambientale; determinano un allargamento della fascia di mercato in cui operano; aumentano il benessere del cliente ovvero accolgono e soddisfano nuovi bisogni; propongono soluzioni innovative di business anche in chiave di benessere sociale ed ambientale;
  2. puntano allo sviluppo di prodotti, servizi e/o soluzioni nel campo dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale, della blockchain e dell’internet of things. In particolare, il riferimento è a quei piani d’impresa che implementino nuovi modelli di business tali da indurre un miglioramento nell’efficienza gestionale, organizzativa o produttiva;
  3. vengono messi in atto per esaltare la valorizzazione economica dei risultati del sistema della ricerca pubblica e privata. Si tratta, in tal caso, dei risultati brevettati di progetti, studi e ricerche effettuati da soggetti sia pubblici sia privati in possesso di know- how, titoli e/o qualifiche idonei.

 

Quali spese sono ammissibili ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni?

In base ai piani d’impresa redatti secondo gli ambiti applicativi precedentemente descritti, sono ritenute ammissibili le spese relative a:

  •  immobilizzazioni materiali. Si tratta di impianti, macchinari e attrezzature di tipo tecnologico/tecnico-scientifico, nuovi, collegati funzionalmente all’attività d’impresa, singolarmente identificabili e nel possesso ed uso esclusivo dell’azienda agevolata;
  •  immobilizzazioni immateriali. In questo caso ci si riferisce ai brevetti, alle licenze e ai marchi, alle certificazioni, al know-how ed a tutte quelle conoscenze tecniche, anche non brevettate, necessarie all’attività d’impresa, connesse alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
  •  tutti quei servizi direttamente collegati alle esigenze di produzione dell’impresa e, contemporaneamente, in grado di realizzare il piano d’impresa. Parliamo, dunque, di costi di progettazione e di sviluppo di nuove architetture informatiche e produttive. Rientrano in questa categoria, fra le altre, le consulenze specialistiche tecnologiche nonché tutti i servizi forniti da incubatori e acceleratori d’impresa.
  •  il personale dipendente e i collaboratori a qualsiasi titolo nella misura in cui contribuiscono alla realizzazione del piano d’impresa.

 

Come e quando presentare le domande di agevolazione?

Le domande per ottenere le agevolazioni descritte dalla circolare in esame, assieme ai piani d’impresa, si possono presentare a partire dal 20 gennaio 2020. Ogni domanda presentata prima di tale termine iniziale non verrà presa in considerazione. Ogni richiesta di agevolazione deve essere:

– redatta in lingua italiana,

– compilata attraverso la piattaforma  https://www.invitalia.it/cosa-facciamo/creiamo-nuove-aziende/smartstart-italia/modulistica nei modi e attraverso gli schemi messi a disposizione da Invitalia sul suo sito internet;

– firmata digitalmente dal legale rappresentante se si tratta di società; dalla persona fisica proponente in caso di costituenda impresa;

– supportata da tutta la documentazione richiesta.

 

Come verranno gestite le domande di agevolazione?

Le domande di agevolazione presentate sulla piattaforma Invitalia verranno istruite secondo l’ordine cronologico di presentazione, sulla base del numero di protocollo elettronico attribuito dal sistema. In tale fase verranno esaminati i requisiti di ammissibilità e le cause di esclusione. Sempre in questa fase verrà affrontato anche un controllo di merito sui piani d’impresa istruiti, consistente nell’accertamento delle competenze organizzative, tecniche e gestionali, del potenziale innovativo del piano d’impresa presentato e la sostenibilità economica nonché la fattibilità tecnologica ed operativa del progetto stesso.

Una volta terminata la fase istruttoria, il gestore della procedura adotterà una decisione di ammissibilità o di inammissibilità. Nel caso di accoglimento della domanda di agevolazione si provvederà a richiedere la documentazione propedeutica alla stipula del contratto di finanziamento che dovrà  pervenire entro trenta giorni dalla data di ricezione della comunicazione di ammissione. Sempre l’ente gestore stabilirà l’importo concesso e i tempi di erogazione.

Nel caso in cui i piani d’impresa non posseggano i requisiti di ammissione Invitalia, tramite posta certificata  comunicherà i motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza. Avverso tale comunicazione, e sempre tramite PEC,  è ammessa controdeduzione entro 10 giorni dal ricevimento del diniego.

 

Qual è l’importo erogabile e in che modalità viene concesso?

I piani d’impresa presentati devono prevedere, spese di importo compreso tra un minimo di 100.000 euro ed un massimo di un milione e mezzo di euro. Sono ricomprese all’interno di tale cifra le spese riconducibili alle esigenze di capitale circolante netto.

Alle start up innovative ammesse viene concesso un finanziamento agevolato decennale, a tasso zero, sottoforma di sovvenzione rimborsabile, per un importo pari all’80% delle spese ammissibili descritte precedentemente. Il piano di rimborso rispetta un piano di ammortamento a rate semestrali costanti posticipate, (31 maggio – 30 novembre di ogni anno), dopo 12 mesi a decorrere dall’erogazione dell’ultima quota dell’agevolazione.  Le agevolazioni concesse, è bene sottolinearlo, non sono assistite da forme di garanzia.

Discorso diverso viene fatto per le start-up innovative localizzate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. In questo caso l’impresa agevolata dovrà restituire il finanziamento solo in parte, per un ammontare pari al 70%  dell’importo concesso calcolato sulla base delle spese ammissibili. In buona sostanza per queste Regione la quota non soggetta a rimborso si connota come un vero e proprio contributo all’impresa.

Nel caso di start-up innovative che alla data di presentazione della domanda di agevolazione, siano interamente costituite da giovani di età non superiore ai 35 anni e/o da donne, o che prevedano la presenza di almeno un esperto, che abbia un titolo di dottore di ricerca o equivalente da non più di 6 anni e impegnato stabilmente all’estero in attività di ricerca o didattica da almeno un triennio, l’importo del finanziamento agevolato è pari al 90% delle spese ammissibili.

Inoltre, alle imprese che alla data di presentazione della domanda di agevolazione risultino costituite da meno di un anno, sono concessi servizi di tutoraggio tecnico-gestionale. Tale attività di mentorship è quantificabile fino ad un massimo di euro 15.000 per le imprese situate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia; di 7.500 per tutte le altre imprese situate sul restante territorio nazionale.

L’impresa ammessa alla procedura di agevolazione, può richiedere l’erogazione del finanziamento in massimo cinque stati di avanzamento lavori ed ogni richiesta di erogazione deve essere di importo non inferiore al 10% dell’investimento complessivo ammesso. Fa eccezione la richiesta di erogazione del saldo delle agevolazioni, che può essere presentata per l’importo residuo dell’investimento ammesso.

Naturalmente, è fondamentale che vi sia un’attività di rendicontazione dello stato di  avanzamento dei lavori, comprovato dalla presentazione dei titoli di spesa e dalle  ricevute quietanziate di pagamento.

Tutti i pagamenti associabili alla richiesta di contributo devono essere effettuati esclusivamente mediante assegni nominativi non trasferibili, bonifici bancari o postali, ricevute bancarie, carte di debito e di credito. Tutti i conti correnti e gli altri strumenti di pagamento devono essere intestati alla società beneficiaria. Il soggetto beneficiario è tenuto ad assicurare la tracciabilità del pagamento, anche attraverso l’indicazione nella causale di pagamento, ove possibile in funzione dello strumento di pagamento prescelto, del CUP (Codice Unico progetto) assegnato al piano d’impresa agevolato o, nelle more dell’ottenimento dello stesso, della misura agevolativa “Smart &Start Italia”, unitamente a un richiamo al titolo di spesa oggetto del pagamento.

 

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