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Dal MISE 2,5 miliardi per startup grazie al CDP Venture Capital

Il MISE ha assegnato le risorse a CDP Venture Capital Sgr, controllata al 70% dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che ha il compito di attirare nuovi investitori, nazionali ed internazionali, e far crescere il mercato del venture capital in Italia. Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha definito un pacchetto di misure per sostenere e rafforzare gli investimenti in startup e PMI innovative, al fine di favorire la crescita di un ecosistema di innovazione e accompagnare i processi di transizione ecologica e digitale. CDP Venture Capital avrà quindi a disposizione i due miliardi di euro stanziati dal Ministero in attuazione al decreto Infrastrutture, a cui si aggiungeranno 550 milioni di risorse previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)Altri 600 milioni saranno stanziati da parte di CDP e investitori terzi. Con la nuova dotazione di CDP Venture Capital – che nei suoi primi due anni di attività ha deliberato investimenti per circa 700 milioni – potrà consolidare il ruolo di principale player nel mercato nazionale, stimolando un’ulteriore forte spinta all’intero settore delle startup e PMI innovative.

In arrivo, quindi una serie di iniziative che, come ha spiegato il ministro Giorgetti, mirano a “dare un segnale concreto, importante e immediato per accompagnare le imprese italiane verso la vittoria della sfida con la transizione ecologica che se non è affrontata con lungimiranza ed equilibrio lascerà sul suo percorso morti e feriti in termini di aziende chiuse e persone che restano senza lavoro“. Le nuove risorse verranno utilizzate per il rafforzamento del sostegno alle startup nelle fasi iniziali anche attraverso poli di trasferimento tecnologico e programmi di accelerazione e per la promozione di iniziative a favore dei processi di transizione ecologica e digitale delle PMI italiane e delle filiere chiave.

Il PNRR e la creazione delle hydrogen valley per l’energia del domani

Il PNRR consente alle nostre istituzioni di lanciare nuove proposte e visioni legate alla creazione delle innovative hydrogen valley. L’avviso del Ministero della Transizione ecologica intende intercettare le Regioni e le Province autonome intenzionate a dare vita a hydrogen valley in aree industriali dismesse. Alla luce della corsa globale all’idrogeno, si fa un gran parlare in questo periodo di Hydrogen Valley, un’espressione che torna tanto nella strategia nazionale per l’idrogeno – dove vengono definite come ecosistemi che includono sia la produzione che il consumo di idrogeno e che potranno inoltre fornire aree per la diffusione della molecola entro il 2030 – quanto nel Recovery Plan.

Alla luce della sua posizione strategica nel Mediterraneo e dei collegamenti già esistenti con il Nord Africa, la Sicilia si candida a diventare un perfetto hub dell’idrogeno. Sul piano progettuale, la giunta regionale ha varato un documento strategico con il quale viene delineato il percorso per rendere l’Isola un punto di riferimento internazionale delle ricerche sull’idrogeno. Inoltre, nell’autunno dello scorso anno è stato presentato un progetto con cui Edison e Snam si uniscono a Saipem e Alboran per realizzare congiuntamente tre impianti di produzione di idrogeno verde per complessivi 220 MW in Puglia nelle aree di Brindisi, Taranto e Cerignola (in provincia di Foggia). Si stima che, una volta a regime, i tre impianti siano in grado di produrre fino a circa 300 milioni di metri cubi di idrogeno rinnovabile all’anno.

L’idrogeno verde sarà destinato principalmente all’utilizzo da parte delle industrie presenti nelle aree, anche attraverso l’iniezione dell’idrogeno nella rete gas locale di Snam e impiegato per la mobilità sostenibile. Dei tre impianti previsti, il progetto di Brindisi ha già avviato l’iter autorizzativo e prevede la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde mediante elettrolizzatori con una capacità di 60 MW alimentati da un dedicato campo fotovoltaico. L’intero progetto Puglia Green Hydrogen Valley consentirà di valorizzare e coinvolgere importanti realtà regionali, tra cui l’Acquedotto Pugliese, le Ferrovie Appulo Lucane, i Distretti tecnologici e produttivi pugliesi, il Politecnico di Bari, l’Università di Bari, di Foggia e del Salento. Inoltre, si prevedono investimenti in ricerca e sviluppo che favorirebbero la nascita e lo sviluppo di competenze e di una filiera produttiva in Puglia dedicata all’industria dell’idrogeno.

Taranto Comunità: la ZES Jonica e la visione di Ralian

Si è svolto l’evento “Taranto Comunità: La ZES Jonica” che ha visto la partecipazione della società “Ralian Consultancy”, con una relazione della CEO della società, Valentina Di Milla che ha provato a lanciare una sinergia e un dibattito su un importante percorso congiunto e condiviso con la Regione Puglia e gli stakeholders lucani, al fine di sviluppare progettualità, far comprendere le opportunità del territorio alle startup, rilanciare le politiche per il Meridione e implementare le opportunità del Piano legato alla ZES come sbocco principale del sistema logistico regionale.

L’importanza dell’evento è stato confermato dalla progettualità della dottoressa Di Milla nel voler evidenziare la valenza politica della progettualità in continua evoluzione e funzionale nel mondo delle ZES. Infatti, l’aumento della rilevanza come strumento politico per attrarre investimenti, determinerà una sempre maggiore attenzione sia delle singole ZES sia dei Paesi a guardare oltre i confini amministrativi e quindi a sviluppare approcci integrati transnazionali allo sviluppo delle ZES. Le ZES possono avere differenti denominazioni e caratteristiche ma alla base vi è sempre l’idea di un perimetro ben definito, con un regime regolatorio per imprese e investitori diverso da quello normalmente applicato nel più ampio contesto nazionale (o subnazionale) dell’economia in cui si trovano. Nonostante questa definizione piuttosto ampia, nella realtà le ZES possono essere estremamente variegate, con peculiarità che dipendono dal tipo di attività economica su cui si focalizzano. Le ZES sono importanti per la vita delle imprese e delle startup e oltre alla riduzione di dazi e tariffe, la maggior parte di queste zone può offrire anche importanti incentivi fiscali e regolamenti a misura delle imprese per quanto riguarda la gestione dei terreni, i permessi e le licenze, o le regole di assunzione: facilitazioni e semplificazioni di tipo amministrativo.

La presenza di infrastrutture costituisce un ulteriore aspetto cruciale, soprattutto nei Paesi emergenti. Opportunità molto interessanti per le aree industriali e gli hub innovativi del Meridione italiano.

Tutte le ZES ubicate nel Mezzogiorno hanno una posizione geografica favorevole, essendo localizzate al centro del Mar Mediterraneo.  Esse consentono l’intercettazione di flussi merci, in particolare quelli provenienti dal Medio Oriente e dall’Estremo Oriente attraverso il Canale di Suez.  Inoltre, tutte le ZES possono contare sulla presenza di porti di notevole importanza strategica e di importanti aeroporti internazionali nelle aree adiacenti alle ZES, caratterizzati da un’ottima dotazione infrastrutturale. Sia le zone portuali che le zone interne dispongono inoltre di infrastrutture produttive e aree attrezzate che possono essere attivate o migliorate attraverso investimenti specifici e di insediamenti industriali consolidati che comprendono grandi multinazionali già presenti nel territorio e numerose PMI con la possibilità di valorizzare il brand italiano.

Riuscire a comprendere bene cosa sono le ZES e come utilizzarle per la crescita nazionale e locale è fondamentale. Una rete diffusa di servizi e imprese che può lavorare per la crescita del territorio e nella zona Jonica generare crescita a partire dall’Autorità Portuale. Implementare le soft strutture vuol dire lavorare su un apparato burocratico veloce e su una serie di servizi per le imprese. L’efficientamento delle infrastrutture è una naturale conseguenza degli investimenti pubblici del PNRR a cui gli investitori possono e devono dar fiducia se siamo bravi ad attirarli. E’ essenziale la velocità dei cantieri che devono essere efficienti, offrire certezze tempistiche. Taranto è tra le ZES italiane ad avere all’interno anche la Zona Franca Doganale e tale approccio è una certezza per gli investimenti e gli investitori interessati all’export. Taranto può divenire un hub del potenziamento logistico e fiscale“, ha dichiarato, durante i lavori online, Valentina Di Milla, CEO della società “Ralian Consultancy” e CEO del Presidency Cabinet di Femoza.

 

Taranto Comunità: la ZES Jonica

La valorizzazione e le opportunità della ZES interregionale jonica, la discussione sulle opportunità in campo, in particolare verso i target primari del progetto e le proposte del Piano di sviluppo strategico della ZES unica lucana a valere sulla ZES interregionale Jonica rappresentano un’opportunità da valorizzare.

L’evento “Taranto Comunità: La ZES Jonica” vedrà la partecipazione della società “Ralian Consultancy” per provare a lanciare una sinergia e un dibattito su un importante percorso congiunto e condiviso con la Regione Puglia e gli stakeholders lucani, sviluppare progettualità, far comprendere le opportunità del territorio alle startup, rilanciare le politiche per il Meridione e implementare le opportunità del Piano legato alla ZES come sbocco principale del sistema logistico regionale.

D’altronde, risulta estremamente importante valorizzare il Porto di Taranto a partire dai principali sbocchi commerciali locali e dai Poli logistici e produttivi lucani (Melfi, Ferrandina e Galdo di Lauria).

Le imprese possono approfondire la conoscenza per l’esercizio di attività economiche e imprenditoriali che possono legarsi alle aziende già operative e a quelle che si insedieranno nella ZES e potranno beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementale degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa che proporranno.

L’evento prevede di sollecitare e intensificare il lavoro di relazione politico-istituzionale con le parti datoriali nazionali a favore di tutte le ZES, come quelle di Melfi e Lauria.

Per partecipare all’evento di lunedì 17 gennaio alle ore 18.00, su piattaforma ZOOM:

https://us02web.zoom.us/j/86134650959?pwd=K2M2RkxSVGxOVTdTV0FxcHpUZFJUQT09

Finanziamenti e supporto alle imprese turistiche

Le nuove progettualità che vedono il territorio italiano ricco di iniziative dedicate alla crescita del marketing territoriale aiutano a comprendere l’importanza dei nuovi finanziamenti e il supporto alle imprese turistiche che le istituzioni europee stanno elargendo. Con un’adeguata consulenza vi è ancora tempo per partecipare alla call europea che finanzia  bandi a sostegno delle imprese turistiche, da parte di consorzi trans-europei. Per poter partecipare, infatti, gli organismi interessati devono federarsi in consorzi di minimo cinque player, provenienti da vari paesi europei ed extra-UE, inclusa l’Italia e affidarsi a società di consulenza che riescono ad intrattenere relazioni e network progettuali con tantissime e variegate realtà internazionali aiutando a comprendere l’efficacia di tale scelta. La platea di beneficiari è in realtà molto più ampia di quello che si potrebbe pensare.

Oltre alle imprese alberghiere, alle strutture che svolgono attività agrituristica ed a quelle ricettive all’aria aperta (campeggi), il superbonus alberghi interessa anche le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, inclusi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici e i parchi tematici.  Il tax credit può essere pari all’80% delle spese sostenute ed è utilizzabile in compensazione tramite modello F24, senza applicazione dei limiti in materia di utilizzo di crediti d’imposta, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in cui gli interventi agevolabili sono stati realizzati. Sono disponibili contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale per le imprese turistiche di importo non inferiore a 500mila euro e non superiore a 10 milioni di euro, realizzati entro il 31 dicembre 2025. Inoltre,  con una dotazione di 98 milioni di euro, l’investimento 4.2.2 della M1C3 del PNRR prevede l’istituzione di un nuovo credito d’imposta, nella misura del 50%, in relazione alle spese per sviluppo digitale sostenute dalle agenzie di viaggio e dai tour operator, fino all’importo massimo complessivo di 25mila euro.

Il 2021 è stato l’anno degli investimenti innovativi

Il 2021 è stato un anno importante per gli investimenti. Nuove opportunità che aiutano a capire le potenzialità del nuovo anno e la fiducia che le imprese possono sviluppare nei confronti di un sistema commerciale complesso ma dinamico, globale ma meritocratico e che attraverso un buona strategia di investimenti, guidati da una consulenza efficace, può innescare nuove sinergie e crescita economica.  Nel 2021 il contratto di sviluppo ha permesso di mobilitare un totale di 1,14 miliardi di euro da Nord a Sud per investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione, spesso in ottica 4.0, e per l’ampliamento delle attività produttive. I finanziamenti concessi da Invitalia nell’ultimo anno, invece, hanno raggiunto quota 316 milioni di euro.

Dedicato agli investimenti di grandi dimensioni, il contratto di sviluppo finanzia progetti nel settore industriale, nel turismo, di tutela ambientale o relativi alla trasformazione di prodotti agricoli. Ciascun piano può prevedere anche più progetti di investimento, inclusi eventuali progetti di ricerca, sviluppo e innovazione, a condizione che siano connessi e funzionali tra loro, e comprendere la realizzazione di infrastrutture di interesse pubblico.

Per accedere al regime di aiuto è richiesto un investimento minimo di 20 milioni di euro, soglia ridotta a 7,5 milioni di euro per le attività di prima trasformazione di prodotti agricoli, per i progetti localizzati nelle aree interne del Paese oppure che prevedano il recupero di strutture dismesse. Le agevolazioni sono concesse in forma di contributo a fondo perduto in conto impianti, contributo a fondo perduto alla spesa, finanziamento agevolato e contributo in conto interessi, e variano in base alla tipologia di progetto, alla sua localizzazione e alla dimensione dell’impresa proponente. Le domande  devono essere presentate dalle imprese, anche aggregate in reti d’impresa, ad Invitalia, che è responsabile della valutazione dei progetti e dell’erogazione dei finanziamenti. Un nuovo anno che può generare fiducia nelle opportunità commerciali e negli investimenti innovativi per le imprese italiane e per il tessuto commerciale del nostro Paese.

Istituito il Fondo da 40 milioni per le PMI culturali e creative

Buone notizie per le PMI culturali e creative. Dal 27 novembre è diventato operativo il Fondo per le piccole e medie imprese creative, che promuove una nuova imprenditorialità e lo sviluppo del settore. Il Fondo, previsto dalla legge di Bilancio 2021 e istituito presso il MISE, può contare su risorse pari a 20 milioni di euro per ciascun anno 2021 e 2022, per un totale di 40 milioni di euro. Dinamiche interessanti che si traducono in contributi a fondo perduto, interventi di sostegno nel capitale sociale e finanziamenti agevolativi da destinare all’acquisto di macchinari innovativi, servizi specialistici, finalizzati anche alla valorizzazione di brevetti delle PMI culturali. Attualmente, il provvedimento, siglato anche dal ministro della Cultura Dario Franceschini, è stato inviato alla Corte dei Conti per la registrazione.

Obiettivo delle nuove proposte lanciate è quello di promuovere una nuova imprenditorialità  per le PMI culturali e lo sviluppo di imprese del settore creativo, attraverso contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati e loro combinazioni, sostenere la crescita delle imprese del settore anche tramite la sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, a beneficio esclusivo delle start-up e delle piccole e medie imprese innovative nei settori individuati in coerenza con gli indirizzi strategici nazionali, consolidare e favorire lo sviluppo del sistema imprenditoriale del settore creativo attraverso attività di analisi, studio, promozione e valorizzazione, promuovere la collaborazione delle imprese del settore creativo con le imprese di altri settori produttivi, in particolare quelli tradizionali, nonché con le università e gli enti di ricerca, anche attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto in forma di voucher da destinare all’acquisto di servizi prestati da imprese creative ovvero per favorire processi di innovazione.

Potranno accedere alle agevolazioni tutte le attività d’impresa dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e servizi che costituiscono espressioni culturali, artistiche o altre espressioni creative: in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo.

L’importanza di valorizzare e comprendere le Zone Franche

Nate sulla base dell’esperienza francese delle Zones Franches Urbanes con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri e aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico ed occupazionale, le Zone Franche intervengono per favorire la ripresa e lo sviluppo di territori che soffrono di particolari condizioni economiche e che necessitano di particolari agevolazioni fiscali e burocratiche per la crescita economica territoriale. L’interesse per le Zone Franche sta continuamente aumentando, nonostante i processi di omogeneizzazione fiscale e doganale avanzino rapidamente.

Nel contesto meridionale risulta particolarmente importante valorizzare le Zone Franche Doganali ove l’elemento caratteristico è la concessione di agevolazioni fiscali ai vari territori, da parte dell’Unione Europea e con diversi obiettivi: aumentare il commercio internazionale, diminuire la disoccupazione e velocizzare lo sviluppo economico.

Affinché la zona franca possa essere catalizzatore di sviluppo, sono necessari principalmente buona qualità delle infrastrutture, ottimo coordinamento tra politiche locali, regionali e nazionali, strategie di marketing mirate, innovazione tecnologica, digitalizzazione e cooperazione tra imprese.

In Italia, l’importanza delle Zone Franche trova ulteriore conferma dalla necessità di verificare se perdurano condizioni d’interesse per ricorrere, in forme nuove e diversificate, a strumenti che si sono spesso coniugati in passato con vivaci rivendicazioni autonomistiche e con la richiesta di regimi differenziati per riequilibrare gli svantaggi territoriali delle zone di montagna, urbane, periferiche e insulari. Molte organizzazioni settoriali chiedono una flessibilità degli ordinamenti tributari quale condizione per il riequilibrio delle disparità territoriali.

Tuttavia, risulta importante ribadire che le Zone Franche costituiscono il più importante catalizzatore di investimenti usato come driver di attrazione per gli investimenti esteri nella strategia di rilancio del nostro Paese.

 

 

Un caffè virtuale con Riccardo Fuochi, illustre protagonista della logistica luxury italiana ed internazionale.

Ci siamo fermati a Milano, questa volta per parlare di un altro tema fondamentale per la ripresa, sempre davanti ad un caffè virtuale da consumare mentre chiacchieriamo con un altro illustre ospite. Abbiamo voluto riservare uno spazio di conversazione su uno dei cluster fondamentali della vita economica italiana: la cultura e l’arte, simboli indiscussi di un Paese, il nostro, che vanta un primato assoluto per storia, per reperti, per illustri artisti e geni indiscussi che tutto il mondo ci invidia. Non esageriamo se diciamo che più della metà delle opere d’arte esposte nei musei di tutto il mondo sono attribuite ad artisti italiani.

La cultura, nel nostro Sistema Paese, incide per circa il 6% sul PIL. Il settore, non è certamente una scoperta, è un volano straordinario per gli altri comparti produttivi ad esso collegati e soprattutto è uno dei fattori chiave nell’attrazione dei turisti da ogni angolo del mondo.

A livello internazionale, viene riconosciuto all’Italia un primato e la movimentazione di turisti stranieri che ogni anno scelgono di fruire dei nostri beni artistici, di visitare le nostre città d’arte, i nostri luoghi di cultura, ne è la dimostrazione incontrovertibile. Il nostro valore aggiunto non si ferma solo a questo. Siamo un vero e proprio museo a cielo aperto, uno scenario naturale in grado di catapultare il visitatore in ogni epoca storica. Potremmo definire l’Italia una “Zona Culturale Speciale” alla quale manca un riconoscimento ufficiale che tenga conto delle potenzialità enormi del sistema in grado di “boostizzare “il sistema economico, combinando con efficienza defiscalizzazione e patrimonio artistico in dotazione. Dove, se non nella nostra bella Italia, ribadiamo a tutti gli effetti definibile come una zona culturale speciale, è possibile trarre dalla cultura, dalla storia del patrimonio artistico ereditato, dai paesaggi mozzafiato, dalla cultura enogastronomica patrimonio UNESCO, vantaggi economici diretti ed indotti con politiche efficienti di defiscalizzazione e deburocratizzazione? Lanciamo una provocazione che speriamo venga colta da quanti operano nel sistema culturale.  Inoltre, per stimolare l’interesse di potenziali investitori…Montecarlo, Lussemburgo, Ginevra, Singapore, Dubai. Cosa accomuna queste città? Tutte  hanno free zones per le opere d’arte che permettono di custodire, trasferire, tutelare e conservare in atmosfera protetta i patrimoni artistici di collezionisti ed investitori di tutto il mondo. Non solo. All’interno di queste free zones è possible compravendere opere d’arte e beni di valore senza applicazione di dazi doganali e imposte indirette. Certamente, è necessario che tali “zone speciali” operino nella trasparenza delle operazioni a garanzia di tutte le parti e, soprattutto, della legalità.   Altresì consentirebbe di aumentare ancor di più la professionalità dei servizi di valutazione artistica, il recupero di beni artistici dislocati in numerosi caveau (solitamente gestiti da banche) e concentrarli in un unico posto che garantisca non solo riservatezza ma anche un insieme di servizi logistici che sono essenziali per la conservazione nel tempo e nello spazio delle opere custodite. Peraltro, la direttiva 2018/843 in materia di antiriciclaggio,impone stringenti verifiche sui beneficiari effettivi del bene in modo da evitare contorte manovre che, attraverso sistemi di attribuzioni fittizie, nascondano sinistre operazioni illecite.   Il connubio fra le free zones , comprese le Zone Economiche Speciali, e la logistica in questo caso diventa la soluzione efficiente in grado di proteggere e tutelare i beni artistici e di valore senza rischi per il proprietario e senza che il valore del bene stesso si riduca per effetto di danneggiamenti o traumi da trasporto, ma esistono anche enormi vantaggi per l’intero circuito museale. Diamo il Benvenuto al nostro caffè virtuale ad un altro ospite d’eccezione conosciuto in tutto il mondo. Oggi è con noi il Dott. Riccardo Fuochi, il quale è un importante punto di riferimento nel comparto della logistic supply chain,  posizionata sul segmento luxury brand, che risulta essere essenziale nella valutazione delle opera artistiche, nel loro deposito e nella loro movimentazione.

 

RALIAN: Dott. Fuochi, lei è un istituzione nel settore della logistica, in particolare fra le tante cose, lei è presidente della OLG international sarl con sede a Chiasso e presidente dell’International Propeller Club di Milano. Di cosa si occupa la sua impresa e in cosa consiste l’attività del Propeller Club?

 

Dott. Fuochi: OLG International è una società internazionale che nasce dopo aver acquisito una lunga esperienza nel settore della logistica della moda per i principali luxury brand. La sua sede principale è a Chiasso, dove c’è un centro logistico per opere d’arte, vini pregiati e oggetti preziosi con uno sviluppo anche oltreoceano ad Hong Kong. Abbiamo sviluppato un know-how di nicchia per la logistica del lifestyle. Continuiamo ad offrire i nostri servizi a numerosi brand della moda, per cui ci occupiamo di seguirgli i progetti di interior design, visual merchandising ed eventi, e abbiamo sviluppato una struttura in grado di offrire una serie di servizi legati al mondo delle opere d’arte e degli oggetti preziosi. Seguiamo gallerie, collezionisti, artisti e case d’asta cercando di non limitarci solamente ad offrire servizi puramente logistici di trasporto e deposito, ma seguendoli in tutte le loro esigenze di imballaggio, questioni doganali e ministeriali, art handling, condition report, offriamo la possibilità di restaurare le opere presso la nostra struttura, fotografarle, mostrarle ad esperti, esporle e archiviarle in blockchain. Il Propeller è  un associazione culturale che promuove l’incontro e le relazioni tra persone che gravitano nel mondo dello shipping, dei trasporti e della logistica. Favorisce la formazione e l’aggiornamento tecnico e culturale tra tutti gli appartenenti alle categorie economiche e professionali che gravitano nel mondo dello shipping, dei trasporti e della logistica, organizzando incontri, convegni , eventi , missioni anche a livello internazionale. Tra le più importanti manifestazioni  vorrei  ricordare le Shipping Week di Genova e Napoli e Shipping Meets Industry di Milano.

 

Ralian:  La cultura è la culla dell’innovazione. Attraverso la cultura stimoliamo la creatività e grazie a quest’ultima diamo vita all’innovazione. Secondo lei, la cultura è percepita nel nostro paese come vero e proprio cluster o abbiamo ancora una visione obsoleta delle sue potenzialità moltiplicative sul sistema economico?

Dott. Fuochi: Sicuramente l’emergenza attuale è stata positiva sotto questo aspetto, ha accelerato lo sviluppo innovativo e digitale in tutti i settori, tra cui quello culturale. Sicuramente la cultura è percepita come un cluster a se stante, ma un’evoluzione è necessaria anche in questo settore per permettere di divulgare e creare progetti anche internazionali. I musei stanno realizzando dei bellissimi progetti innovativi e digitali, cosi come anche le gallerie private. Il raggio d’azione è decisamente ampio, ma da qualche parte bisogna cominciare.

 

Ralian: La creatività e l’arte, da sempre sono la forma più alta di bellezza, di espressione umana. Molto spesso  capolavori immortali sono stati ispirati da disagi umani e sociali, da situazioni di sofferenza nel corpo e nello spirito, talvolta sono stati la denuncia di un’ingiustizia, la presa di coscienza di una necessaria inversione di tendenza che ha ispirato epoche intere della nostra umanità. E’ dunque l’espressione più alta di resilienza. In questo periodo così complicato in cui si paventa una depressione economica senza precedenti, come ci può aiutare l’arte e come la si può rendere fruibile a tutti, in modo da diffondere il suo messaggio benefico e resiliente?

Dott. Fuochi: Educando le persone ad apprezzare l’arte in tutte le sue espressioni, arti visive, arti performative, teatro, cinema, musica, danza  coniugando le varie forme all’interno di percorsi, eventi, manifestazioni ed unendole alle tradizioni locali, coinvolgendo così tutta la popolazione. Tutto questo teso  anche ad un miglioramento delle condizioni di vita, nel rispetto dell’ambiente e della cultura dei singoli territori.

 

Ralian:  Di cosa ha bisogno l’Italia per far sì che il settore dell’arte, di cui il nostro Paese è la culla naturale per autori, reperti, storia, bellezza paesaggistica, ritrovi un ruolo da protagonista nel sistema economico?

Dott. Fuochi: «la cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande.» [cit. Hans Georg Gadamer]

Valorizzazione. L’Italia è il Paese con la più grande concentrazione di patrimonio artistico e culturale al mondo, ma non solo quello storico e del passato che attrae ogni anno turisti da ogni dove, ma anche quello contemporaneo. Sono tantissimi i giovani che si formano ogni anno nelle nostre accademie per poter migliorare la loro espressione artistica e rompere gli schemi canonici ed essere apprezzati da chi osserva le loro opere. Sicuramente ci sono moltissime iniziative interessanti, ma si potrebbe migliorare ancora la valorizzazione e l’importanza del nostro territorio ricco di borghi, monumenti, centri storici da riqualificare e recuperare . Non c’e’ un angolo del nostro Paese da cui non emerga la bellezza, la storia, la cultura. Questo patrimonio immenso deve essere recuperato con dei provvedimenti di carattere economico e fiscale  tesi ad attrarre investimenti, anche da parte di privati, per incentivare  attività culturali, artistiche,  commerciali, realizzando delle aree che potremmo definire delle vere e proprie”zone culturali speciali”, parafrasando il concetto delle ZES.

 

Ralian: Quali sono secondo lei 5 opere d’arte che possono aiutarci a comprendere che dalle cose più brutte e complicate da affrontare può nascere la più grande bellezza?

Dott. Fuochi: Sono moltissime le opere che possono esprimere questi sentimenti. E’ insito nell’animo dell’artista ispirarsi a momenti di difficoltà per esprimere valori  di speranza e di bellezza. Potrei citare alcuni grandi capolavori come :

  1. la flagellazione di Cristo di Piero della Francesca, descrive l’ignavia cristiana di fronte all’avanzata turca precedente la caduta di Costantinopoli. La presa di  coscienza porterà all’unione di papato ed impero ed alla battaglia di Lepanto.
  2. la deposizione di Cristo di Raffaello, Atalanta respinse il figlio Grifonetto, che per insana gelosia aveva partecipato al massacro delle nozze rosse dei Baglioni di Perugia. La repressione lo portò alla morte e la mamma lo pianse e fece commemorare da Raffaello rappresentandolo come un divino giovane, che porta i piedi di Cristo morto… amore materno…
  3. strage degli innocenti,di Rubens, il riferimento alle guerre di religioni che tormentavano Anversa e le Fiandre, con migliaia di civili innocenti uccisi, viene esplicitato come follia bestiale nel capolavoro di Rubens, il cui impegno per la pace è sempre stato vivissimo
  4.  Giuditta e Oloferne di Caravaggio La vedova ebrea Giuditta decapita il generale babilonese Oloferne: le interpretazioni sono tante, ma certo è che Giuditta riluttante esegue la volontà di Dio per la liberazione del suo popolo, che si può leggere anche come vittoria della purezza, rappresentata dalla giovane e bellissima eroina, sulla forza bruta.
  5. Guernica di Picasso 1937 bombardamento tedesco della città spagnola che sconvolge l’opinione pubblica francese e porta Picasso ad esprimerne lo sdegno nel capolavoro esposto subito a Parigi all’esposizione universale, contribuendo a svegliare gli animi liberi ed a sostenere lo spirito indomito che resistette alla successiva sconfitta ed occupazione

 

Ralian: Lei si occupa di logistica. Come si coniuga questo settore con quello della cultura, dell’arte e quali sono secondo lei le best practices da prendere in considerazione per un’ottimizzazione dell’intero cluster di riferimento?

Dott. Fuochi: Vi siete mai chiesti come arrivano le opere nei musei, come avvengono i prestiti tra Paesi per le mostre? Piuttosto,, di cosa succede dal momento in cui un collezionista acquista un’opera in una galleria e finisce in casa nostra? Ecco l’anello che congiunge il settore della logistica e quello dell’arte. Noi ci occupiamo proprio di questo. Innanzitutto di creare un rapporto di fiducia con l’interlocutore – galleria/collezionista/personal assistant/banche/art advisor/artisti – e poterlo assistere in tutte le operazioni, senza lasciargli alcuna preoccupazione, ma anzi tranquillizzandolo e lavorando nella massima riservatezza. Ci occupiamo di formare le persone nel miglior modo possibile perché siano in grado di movimentare le opere d’arte e assistere i clienti: cominciamo da un controllo documentale per verificare che sia tutto in ordine o di richiedere quanto necessario, realizziamo l’imballo idoneo al trasporto, stiliamo un condition report quando ritiriamo e quando consegniamo l’opera, stipuliamo un’assicurazione, valutiamo il mezzo da utilizzare e il numero di persone necessarie per il trasporto, ci avvaliamo di un team di art handler che possa occuparsi dell’installazione. Insomma seguiamo tutti gli aspetti che permettono di trasferire le opere con la massima attenzione da un luogo all’altro.

Ringraziamo il Dott. Fuochi per aver condiviso la sua expertise con noi e per averci permesso di trarre numerosi spunti per un rilancio del settore cultura, come espresso all’inizio dell’articolo.

Ci prepariamo ad un altro caffè virtuale e vi diamo appuntamento a presto.

 

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Un caffè virtuale con Oscar di Montigny. La gratitudine è la rivoluzione necessaria.

Questa mattina, di ritorno dalla Francia, ci fermiamo virtualmente nella dinamicissima e possente Milano dove ci aspetta un ospite eccezionale che ringraziamo sin d’ora per aver accettato di rispondere alle nostre domande.
Su cosa si fondava la nostra esistenza, non solo biologica ma anche economica, sociale, prima che il nostro sistema venisse resettato? Molto probabilmente su un concetto molto semplice, legato alle nostre radici animali: mors tua vita mea. E seppure non lo abbiamo messo in pratica volutamente, frenati da una coscienza superiore, abbiamo accettato compromessi tali da minare un equilibrio di sistema che, necessariamente, ha danneggiato la madre terra che ci ospita e molte persone che coabitano il nostro pianeta, destinandole ai margini di una società imperniata su un individualismo che non lasciava spazio all’inclusione. Era quella la normalità? Il lockdown imposto in questa pandemia ci ha permesso di riflettere su una vita personale, economica e sociale basata su un modello errato di sviluppo. Serve rivoluzionare il sistema attraverso un nuovo modo di approcciarsi all’economia e alla vita di ciascuno di noi e questo modello si basa sulla Gratitudine. E’ un argomento profondo che riesce a diventare collante per tutte le innumerevoli attività che svolgiamo all’interno del sistema economico e non solo. E’ la straordinaria rivoluzione possibile che ognuno di noi può mettere in atto per riformulare i parametri funzionali di un sistema che deve passare da inefficiente e divisivo ad efficace ed inclusivo. Attraverso il concetto di gratitudine possiamo creare benefici per noi stessi e per le imprese. Il tutto legato indissolubilmente alla sostenibilità, alla cooperazione ( che come leggeremo, non è semplicemente assenza di competizione) e a un paradigma composto da 7 P in grado di apportare effetti straordinariamente positivi a noi stessi e al sistema economico e sociale.
Affronteremo questo argomento così coinvolgente e speciale con un ospite di rango straordinario: Oscar di Montigny. Top manager di Banca Mediolanum, Keynote di successo, divulgatore e soprattutto autore di best sellers che hanno scosso le fondamenta del nostro pensiero.
Il suo ultimo libro dal titolo “Gratitudine. La rivoluzione necessaria “(sottotitolo La persona al centro, per un nuovo modello di società) è in tutte le librerie dal 12 maggio ed è già uno straordinario successo.

RALIAN – Dott. di Montigny, Lei, oltre ad essere Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer di Banca Mediolanum, è un importante esponente del panorama letterario contemporaneo. Il Suo ultimo libro dal titolo Gratitudine è stato da poco presentato e, come il fenomeno letterario de Il tempo dei nuovi eroi, è già un bestseller. Qual è il messaggio che il Suo libro vuole dare all’umanità in questo momento così difficile, in cui, a dirla tutta, sembra davvero paradossale poter essere grati per tutto ciò che abbiamo vissuto e per tutto ciò che ci aspetta da qui a qualche anno?

Di Montigny – Può sembrare paradossale solo se limitiamo l’osservazione della realtà alla sua superficie e alla contingenza. In questo caso può sembrarci normale e giusto nutrire risentimento e rabbia per i danni in termini di vite umane e di rallentamento dell’economia che questo nemico invisibile ci ha imprevedibilmente causato. Tanto quanto può sembrare del tutto lecito desiderare di ritornare quanto prima a quella normalità che avevamo prima dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, se spostiamo di poco il nostro punto di osservazione e allarghiamo di conseguenza la visuale, abbiamo l’occasione per porci l’unica domanda che oggi come oggi può davvero segnare la svolta. Ma questa normalità che tanto ci manca, è davvero il meglio a cui vogliamo tendere? Se torniamo indietro a pochi mesi orsono giusto per ricordare quale fosse la situazione, ricorderemo che non ci trovavamo propriamente in quel che si dice un idillio: il cambiamento climatico incombeva e, ahinoi incombe tuttora, i sistemi democratici e il concetto stesso di democrazia tremavano poiché messi in discussione da fenomeni dilaganti di populismo, la vita collettiva dimostrava tutte la sue carenze e rigidità dettate da quell’inesorabile tendenza all’individualismo delle società occidentali, il mercato cambiava ad una velocità maggiore della nostra capacità di adattamento, e il tutto risultava schiacciato sotto l’acceleratore dell’innovazione tecnologica che ci teneva soggiogati a tenere il passo con la velocità facendoci perdere di vista l’orientamento verso un obiettivo condiviso per-il-Bene dell’insieme. Dunque, riformulo la domanda: siamo sicuri che è questa la normalità a cui vogliamo tornare, dopo avere testato sulla nostra pelle facendone direttamente l’esperienza, che altri modelli sociali e di pensiero sono possibili? Non è forse questa una nuova, se non l’ultima, occasione che la storia ci pone di fronte per farci cambiare? La storia ci ha messo di fronte alla necessità di adottare alcuni comportamenti impensabili solo alcune settimane fa, abbiamo imparato a lavorare da casa, a rispettare la coda e la distanza, a tutelare gli altri tutelando noi stessi, a osservare i vicini più fragili per offrire supporto. Sembra facile ma facile non è. È un ribaltamento totale di paradigma. È di per sé la più grande rivoluzione in tempi rapidissimi e senza spargimento di sangue che potessimo desiderare. Pensi solo allo smart working, una modello di cui si discute da anni e anni e che probabilmente, in assenza di necessità reale, ne avrebbe richiesti altrettanti prima di entrare in valutazione, figuriamoci per essere adottato in maniera collegiale come è appena accaduto. Twitter, solo per fare un esempio, ha già annunciato che i suoi dipendenti, se lo vogliono, potranno adottare questa modalità per sempre in futuro. Oppure pensi ai dispositivi di protezione, al pensiero e all’attitudine che c’è dietro una semplice mascherina, c’è l’attenzione all’altro, c’è la scelta di salvare l’altro per salvare noi stessi. C’è, come direbbe il mio mentore Patrizio Paoletti, la scelta di decidere che “vita tua è vita mea” a discapito di quel “mors tua, vita mea” che regolava la vita in quella normalità precedente di cui parliamo. Dunque, la mia risposta è sì, abbiamo molte ragioni per essere grati, il prossimo passo per compiere il salto evolutivo sarà quello di riconoscere la gratitudine come bussola che orienti le nostre azioni e i nostri pensieri, e di generarla negli altri avviando un flusso benefico tridimensione che io definisco Economia Sferica.

Ralian. – Lei ha appena affermato che dovremmo passare da egoismi personali e professionali ad una logica di collaborazione, di inclusione, una sorta di “win to win approach” applicato alla vita in tutte le sue sfaccettature. In questo tempo in cui, soprattutto a livello di Unione Europea è prevalso un atteggiamento di my Country first come è possibile invertire la tendenza per un benessere diffuso e duraturo?

di Montigny- Anche in questa dimensione l’evento storico che ci ha coinvolti è un’occasione di cui essere grati perché ci sta indicando, obtorto collo per alcuni paesi, quella che a mio parere era la via già piuttosto lampante anche prima dell’emergenza sanitaria, e cioè quella della coopetition. Analizzando i fatti al di là delle dichiarazioni di pura propaganda politica, i paesi che hanno per primi dovuto attraversare la prova, hanno fatto da modello a quelli dove l’ondata è arrivata dopo. Questo processo si chiama efficientamento e ci dimostra essenzialmente due cose: la prima è che tutti quei muri che ci affannavamo a costruire ancora l’anno scorso e che tenevano banco sui media e nel dibattito pubblico, non servono a nulla, anzi. La seconda è che questo è il momento per rimettere l’essere umano al centro di tutti i sistemi perché alla fin fine il sistema è uno solo: la vita sulla nostra Madre Terra. L’essenza della coopetition, che è l’integrazione tra competizione e cooperazione, è proprio la gratitudine che permette di tenere sempre a fuoco sia l’interesse del singolo sia quello dell’insieme. Provare gratitudine e suscitarla negli altri sarà la via per costruire nuovi e rivoluzionari modelli sociali, culturali e di business centrati sull’essere umano e perciò capace di realizzare una crescita armoniosa, equilibrata e inclusiva.

Ralian – Lei parla di sostenibilità, di recupero della nostra responsabilità rispetto al destino della nostra umanità. In effetti, quest’esperienza del coronavirus ha dimostrato all’essere umano quanto la natura possa addirittura trarre beneficio dalla nostra inattività (vorrei dire assenza). Cosa dobbiamo cambiare del nostro sistema di vita in una logica ispirata alla produzione e al profitto per ritornare ad essere ospiti consapevoli e responsabili del nostro Pianeta?

di Montigny – Proprio così, poiché l’arresto della mobilità e della produttività ha coinvolto a livello globale qualche miliardo di persone, è accaduto che nel mondo i livelli di inquinamento siano calati e stiano calando rapidamente. Nell’Unione europea le emissioni quotidiane si sono ridotte del 58% rispetto a prima della crisi. Negli USA, il governo stima che per il 2020 caleranno del 7,5%. Metropoli come Pechino, Los Angeles o New Delhi non hanno mai avuto nella storia recente un’aria così pulita. Alcuni dei cambiamenti più immediati in Italia sono stati visibili nelle nostre quotidianità. Un esempio su tutti è stata l’acqua dei canali a Venezia che è tornata limpida per via delle barche che da ferme non smuovono il fango dal fondale. Il tema adesso sarà quello di non accontentarci di questi effetti collaterali benefici prodotti da un trauma che ha avuto e avrà un così alto costo sociale ed economico, ma nemmeno lasciare che il dibattito politico e sociale resti focalizzato sulla minimizzazione di questi costi attraverso misure esclusivamente orientate alla ripresa produttiva tout court. Sarebbe un grave errore impostare il dibattito sulle politiche future, perdendoci uno degli aspetti fondamentali. Vorrebbe dire perderci quell’occasione epocale per il cambio di paradigma di cui dicevamo prima e che ci può portare a definire un nuovo modello di economia possibile. Se tutte le società hanno accettato misure senza precedenti come il distanziamento sociale, è auspicabile pensare che i tempi siano quelli giusti per elaborare e maturare sistemi evolutivi dell’attuale modello di sostenibilità competitiva. Produttività, stabilità, equità e ambiente, sono i quattro pilastri su cui fondare ogni comportamento umano, che sia individuale, sociale o produttivo. Dunque, più che della sola sostenibilità, io parlerei di Innovability che è la crasi tra i concetti di innovazione e di sostenibilità.

Ralian – Lei ha anche un ruolo apicale all’interno di un importante istituto bancario. Da letteratura economica il concetto di impresa, di azienda, di profitto si lega indissolubilmente ad un principio edonistico in cui la massimizzazione del risultato da raggiungere è da porsi al centro dell’attività posta in essere. Come è possibile coniugare profitto, attività finanziaria, massimizzazione degli obiettivi economico – finanziari con un approccio di purpose come Lei lo definisce nel Suo libro?

di Montigny – Credo che una delle grandi sfide del nostro futuro sia quella di trovare l’equilibrio tra essere e avere. Ovvero trovare una nuova forma di felicità. Da una parte dobbiamo trovare l’equilibrio tra essere e avere e, dall’altra, ognuno di noi, individualmente, deve trovare l’equilibrio tra ciò che è importante e che ci rende felice e ciò che non serve e che non merita la nostra ansia, perché non è più possibile basarsi solo su indicatori generici imposti dall’alto: quello che vale per te potrebbe non valere per me. Nessuno può dirti che cosa ti renderà felice: lo devi scoprire tu da solo. L’economia dovrebbe essere una disciplina che indaga ciò che è giusto e quindi in quanto tale, dovrebbe guidare la nostra società. Ogni atto che facciamo, ogni acquisto, anche banale, e ogni scelta è un atto economico. Sapersi fare le giuste domande, saper indagare la verità delle cose e saper fare tutti economia nel modo migliore, ogni giorno, è l’unica cosa che ci salverà. Serve stimolare la capacità dell’uomo di dotarsi di nuovi strumenti per vivere meglio e perseguire il bene collettivo.

Ralian – Lei parla di Economia Sferica e di Rivoluzione possibile. Ci può brevemente spiegare in cosa consistono questi concetti e come possono aiutarci in questo periodo in cui le imprese e le persone devono dar fondo a tutto il coraggio, la resilienza, la dinamicità possibili?

di Montigny – Dobbiamo partire dall’economia circolare, nata soprattutto come contrapposizione alla vecchia “economia lineare”, che è fondata su tre obiettivi guida: ridurre, riutilizzare e riciclare. Cioè realizzare lo stesso bene o servizio con un minore consumo di risorse, privilegiando quelle meno impattanti per l’ambiente; impiegare più volte lo stesso bene evitando di consumare materie prime e riducendo gli sprechi e le necessità di smaltirli e infine, quando un bene è arrivato a fine vita, recuperare la materia contenuta e trasformarla in modo da poterla riutilizzare, diminuendo gli smaltimenti e i consumi. In sintesi, l’economia circolare prevede che in tutte le fasi, dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita, si limitino gli input di materia ed energia e gli scarti e le perdite, facendo attenzione alla prevenzione delle esternalità ambientali negative e alla realizzazione di nuovo valore sociale sul territorio. Questa tuttavia, è una soluzione d’urgenza che si muove in una dimensione piatta e bidimensionale che domani non basterà più. Credo che in un’ottica di più lungo periodo il concetto di circolarità debba sviluppare una dimensione in più, e passare al piano di economia sferica il cui modello parte dai diciassette Obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite nel 2013, i Sustainable Development Goals (SDGs) che sono stati raggruppati nelle cinque “P” di Planet, Peace, People, Partnership e Prosperity, ognuna delle quali si riferisce a un sistema di scelte strategiche declinate in obiettivi nazionali. Nel modello dell’Economia Sferica le P diventano sette. Bisogna aggiungere infatti una specifica attenzione alla dimensione del profitto (Profit), che non va criminalizzato e non va inteso come sinonimo di Prosperity poiché l’una contiene l’altro ma non viceversa, e quella dell’individuo, o meglio ancora della persona (Person), senza la quale nessun vero cambiamento potrà mai essere realizzato. Si arriva così a 7 P, in cui è la P di Person a dare una nuova dimensione a tutto quanto, a fare evolvere il modello dalla circolarità alla sfericità. Un modello che si configura come una crescita non lineare né bidimensionale ma tridimensionale e quindi solida, armoniosa, equilibrata e contemporanea, quindi sferica, dei 17 SDGs. E di cui la gratitudine rappresenta l’energia vitale.

Ralian – Ci può lasciare 3 Golden Words che possono fungere da mantra nelle nostre azioni e, soprattutto, nella ripresa di una vita sociale ed economica che, a tutti gli effetti, sembra esserci stata rubata?

di Montigny – Con piacere, serviranno mente imprenditoriale, cuore sociale e anima ecologica.

 

E’ questo l’approccio che dobbiamo usare per invertire la rotta. In questa ripartenza nessuno deve rimanere indietro e attraverso questo straordinario sistema in cui l’uomo è al centro saremo in grado di coniugare progresso, sviluppo economico, sfericità, inclusione sociale e sostenibilità ambientale. La rivoluzione possibile. Quella vera.

 

Ringraziamo con tutto il cuore il dott. di Montigny per la sua straordinaria disponibilità e per l’iniezione di positività e per la profondità degli argomenti che ha voluto condividere con noi.

Milano è il simbolo della dinamicità dell’economia italiana, il capoluogo della Regione che ha pagato il più alto tributo in quest’emergenza. Stazioneremo qui e, nel prossimo appuntamento,  sempre davanti ad un caffè virtuale, parleremo di economia, logistica, cultura ed arte e lo faremo con un altro straordinario ospite.

A presto!

RALIAN Research & Consultancy srl

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