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L’importanza di finanziare le competenze digitali

Passato qualche tempo dallo scoppio iniziale dell’emergenza sanitaria, possiamo affermare senza ombra di dubbio che il lavoro è mutato e la necessità di valorizzare, accrescere e finanziare le competenze digitali è divenuta una priorità per la crescita virtuosa delle imprese e del tessuto economico commerciale. Con la digitalizzazione dei processi produttivi e del lavoro, l’acquisizione e lo sviluppo di digital skills diviene indispensabile sia all’interno delle aziende che delle amministrazioni pubbliche. Con un budget di 1,5 miliardi di euro dal Recovery plan, si punta al potenziamento dell’offerta degli enti di formazione professionale terziaria attraverso la creazione di network con aziende, università e centri di ricerca tecnologici e scientifici, autorità locali e sistemi educativi.

L’obiettivo è far accrescere entro il breve periodo le competenze digitali e innovative per le imprese e le amministrazioni. Nell’ambito della prima componente della Missione 4, la linea di intervento dedicata allo “Sviluppo del sistema di formazione professionale terziaria – ITS” ha a disposizione 1,5 miliardi di euro. Questa misura mira al potenziamento dell’offerta degli enti di formazione professionale terziaria attraverso la creazione di network con aziende, università e centri di ricerca tecnologica/scientifica, autorità locali e sistemi educativi/formativi.

Si mira ad allineare i curricula degli istituti tecnici e professionali alla domanda di competenze che proviene dal tessuto produttivo del Paese. In particolar modo, si mira ad orientare il modello di istruzione tecnica e professionale verso l’innovazione introdotta da Industria 4.0, incardinandolo nel rinnovato contesto dell’innovazione digitale. La riforma dovrà coinvolgere 4.324 Istituti Tecnici e professionali, il sistema di istruzione formazione professionale ed essere implementata attraverso l’adozione di apposite norme. Il coordinamento e le sinergie fra le scuole professionali, gli ITS e le imprese innovative sarà assicurato replicando il “modello Emilia Romagna” dove collaborano scuole, università e imprese. La riforma sarà implementata dal Ministero dell’Istruzione con la collaborazione del Ministero dell’Università e della Ricerca.